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Oggi al telegiornale hanno detto che dal primo settembre il Comune di Chieti riprenderà la gestione dell'acqua.
Veramente sulla stampa si era detto che questo "passaggio di gestione" doveva avvenire il primo agosto...
Il Sindaco ha dichiarato che presto riutilizzeremo l'acqua della Majella, risolvendo tutti i nostri problemi. Speriamo, ma sinceramente siamo un po' stanchi delle promesse, vorremmo un po' di fatti. Un fatto è che siamo senz'acqua, un fatto è che anche quest'anno siamo in piena "emergenza idrica".
L'ACA continua a sostenere che non c'è emergenza, ma in realtà i rubinetti della città sono spessissimo a secco, e nelle ore più impensate. Il giorno di ferragosto, per esempio, nel mio quartiere è mancata l'acqua, all'improvviso, alle cinque di pomeriggio. Sembra che la causa fosse un improvviso guasto ai pozzi di Bussi, ma qualsiasi motivazione, anche se giustificata, suona un po' come una beffa di fronte alle continue rassicurazioni del presidente dell'ACA. Continua a dire che non c'è emergenza idrica, continua a parlare di percentuali e di numeri, ma l'acqua non è fatta di numeri...
L'anno scorso i veleni di Bussi, quest'anno hanno utilizzato i pozzi del Vomano, inquinati anche loro, potabilizzandoli con dei filtri. Ma perchè dobbiamo potabilizzare acqua inquinata? Perchè dobbiamo rischiare la nostra salute? Non sarebbe meglio risolvere i problemi "alla fonte"???
Facciamo acqua da tutte le parti...

M.M.
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Il WWF di Chieti interviene su quella che definisce "surreale e grave situazione di razionamento dell'acqua a Chieti". Alcune settimane or sono e ancora prima della contestata riapertura dei pozzi di Pineto, il WWF Abruzzo - ricorda l'associazione in una nota - ha accertato come nel territorio dell'ATO 4 vi e' una enorme disponibilita' idrica giornaliera. Dati della stessa ACA alla mano, sulla carta sono ben 414 i litri a disposizione di ogni singolo cittadino al giorno. Per arrivare a questo dato basta fare un semplice conto considerando l'acqua che l'ACA dichiara di mettere in rete e le persone che la stessa societa' dichiara di servire in estate. "La quantita' di acqua che viene captata e immessa in rete spiega Nicoletta Di Francesco, responsabile della Sezione di Chieti del WWF - porta ad avere una disponibilita' per persona di gran lunga superiore a quella di qualsiasi paese europeo. Ricordo che la media dei consumi giornalieri pro-capite in Italia e' di 220 litri mentre in nord-Europa oscilla tra 130 e 160 litri al giorno pro-capite.

E' veramente incomprensibile, con questi dati e ad oltre un anno dalla crisi drammatica del 2007, il ripetersi di disservizi a Chieti. L'ACA dovrebbe spiegare dettagliatamente dove va a finire questa enorme quantita' di acqua, anche perche', se anche si volesse ammettere un dato relativo alle perdite del 50% - una cosa quasi unica in Italia - si arriverebbe comunque ad avere 200 litri per persona al giorno. Tra l'altro, per quanto attiene alla responsabilita' della gestione aggiunge - ormai siamo alla farsa visto che la stessa societa' dichiara di essere pronta a cederla al Comune i Chieti, all'opposto di quanto prevede la legge che fin dal 1994 ha stabilito l'obbligo della gestione unitaria del servizio idrico integrato all'interno dell'Ambito formato da tanti comuni. Questa non e' una soluzione nel lungo periodo perche' strutturalmente e legalmente inadeguata. Ritengo, invece, che il sindaco di Chieti, il secondo comune dell'ATO - conclue Di Francesco - debba aprire una vertenza pubblica nelle sedi delle assemblee di ATO e ACA, per una riforma profonda delle strutture di gestione in cui si accertino anche le responsabilita' per questa situazione ormai insostenibile".
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COMUNICATO STAMPA 09/08/2008

Cosiddetta Crisi Idrica: in realtà centinaia di litri disponibili pro-capite al giorno.

Pozzi di Pineto: con l’emergenza vogliono giustificare scelte sbagliate.

Il WWF divulga le note di ASL, Istituto Superiore di Sanità e le analisi che attestano lo stato in inquinamento da solventi e nitrati prima della filtrazione.
I sindaci nelle assemblee di ATO e ACA chiariscano il loro ruolo.

Il WWF interviene sulla situazione di criticità relativa alla distribuzione di acqua nel territorio della val Pescara e della costa ricordando i dati relativi alla enorme disponibilità pro-capite e stigmatizzando il ricorso all’uso dei Pozzi del Vomano a Pineto, già chiusi per inquinamento da solventi classificati quali probabili cancerogeni (tetracloroetilene) e da nitrati.

Il WWF, dati della stessa ACA alla mano, ha fatto semplici calcoli sulla disponibilità idrica pro-capite, ancora prima della riapertura dei pozzi di Pineto avvenuta ieri.

Il Presidente dell’ACA ha più volte dichiarato che la sua azienda immette in rete 3111 litri al secondo (in un caso ha dichiarato 3200 l/s), prima dell’apertura dei pozzi Vomano, che hanno aggiunto ulteriori 70 litri al secondo. Dal sito dell’ACA si può leggere che la popolazione servita in estate è di circa 650000 persone. Ora, moltiplicando i litri al secondo prima dell’apertura dei pozzi per i secondi che compongono un giorno e dividendo per il numero di persone servite, si giunge alla mostruosa cifra di 414 litri disponibili al giorno per ogni persona. Ricordiamo che la media dei consumi giornalieri pro-capite in Italia è di 220 litri mentre in nord-Europa oscilla tra 130 e 160 litri al giorno pro-capite.

E’ veramente incomprensibile, con questi dati e ad oltre un anno dalla crisi drammatica del 2007, il ripetersi di disservizi in tantissimi comuni. In tale contesto non si capisce come possano esserci i presupposti, richiamati da ASL e Istituto Superiore di Sanità, per un utilizzo straordinario di pozzi già chiusi per inquinamento da sostanze estremamente pericolose, senza peraltro dare, come prevede la legge, la giusta informazione agli utenti. Tra l’altro il presidente dell’ACA sostiene che non siamo in crisi idrica, che poi sarebbe il solo motivo per il quale si potrebbe ricorrere all’utilizzo di acqua filtrata e potabilizzata da costosissime apparecchiature (il sindaco di Silvi ha parlato di 500000 euro).

Dichiara Dante Caserta, presidente regionale del WWF “La questione dell’acqua ormai è surreale e riteniamo che sia saltato completamente il principio di responsabilità connesso alle scelte e ai dati sulle performance del sistema. I comuni si lamentano ma dimenticano di ricordare ai loro amministrati che siedono nelle assemblee di ATO e ACA dove si prendono le decisioni sugli organi di gestione e sulle principali scelte di programmazione. Alla fine i cittadini devono pagare tariffe per un servizio che è ormai difficile definire tale, con dichiarazioni tranquillizzanti che si susseguono a quelle da bollettino di guerra. Purtroppo basta leggere i dati per capire come questo servizio basilare e pubblico e il suo sistema di controllo siano in condizioni disperate. Disponibilità idriche immense che vengono sottratte alle sorgenti e ai fiumi vengono dilapidate senza sapere neanche bene come. Il WWF alcuni giorni fa è intervenuto per scongiurare l’apertura dei pozzi di Pineto. E’ avvenuto il contrario. Chiunque può leggere le note della ASL e dell’Istituto Superiore di Sanità che alleghiamo sui pozzi di Pineto. L’istituto ha chiarito come il quadro di inquinamento dei pozzi “configura una situazione di rischio per la salute umana anche per la non prevedibile contaminazione delle acque sotterranee in seguito al rilascio delle sostanze di che trattasi e alla “delicatezza” dei sistemi di trattamento adottati. L’uso di tali pozzi, in condizioni straordinarie che non paiono sussistere vista la disponibilità idrica sopra ricordata, avrebbe comunque dovuto comportare il rispetto di numerosissime prescrizioni che fino a pochi giorni fa a nostro parere non erano soddisfatte. Su questo aspetto basta leggere la nostra nota che abbiamo inviato a tutti gli enti alcuni giorni fa, che qui alleghiamo. Tra l’altro la ASL di Teramo prescriveva un piano di comunicazione adeguato e il coinvolgimento dei portatori di interesse. Notiamo che, ancora una volta, deve essere un’associazione di volontariato in pieno agosto a dover divulgare alla stampa e al pubblico le note che spiegano la reale situazione dei pozzi del Vomano. Comunque sull’uso di questi pozzi siamo in una fase di ulteriore approfondimento perché l’inquinamento fu segnalato fin dal 2004 e, di conseguenza, vogliamo capire bene quali siano state le modalità di uso e monitoraggio di quei pozzi almeno dal 2001, anno in cui sono entrati in vigore i limiti del Decreto 31/2001. I cittadini hanno il diritto di bere acqua sicura dal rubinetto affidandosi a un sistema di gestione efficace, trasparente e partecipato, come chiediamo da anni, senza dover ricorrere all’acqua imbottigliata la cui produzione e commercializzazione comportano costi ambientali elevatissimi. Anche per questo la soluzione dei problemi dell’acqua non è più rinviabile e riteniamo che i sindaci debbano dimostrare ai cittadini, nelle sedi delle assemblee di ATO e ACA, di essere lì per difendere esclusivamente gli interessi della collettività”.

INFO: 3683188739,3358155085
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Ieri a Chieti Scalo c'è stata l'assemblea pubblica del WWF sul tema: “ARIA, ACQUA, SUOLO: Inquinamento a Chieti, cosa fare?”
Dopo l’incendio dei rifiuti che ha coperto Chieti di una nuvola nera e dopo la “scoperta” di tante aree inquinate nel territorio di Chieti il WWF ha invitato tutti i cittadini a conoscere e mobilitarsi insieme con le associazioni.
Assente giustificato Gaetano Basti, direttore dell’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente che all'ultimo momento non ha potuto partecipare all'iniziativa per impegni improrogabili.
Relatori Nicoletta Di Francesco, presidente della nuova sezione di Chieti del WWF, e Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo. Nicoletta Di Francesco ha invitato tutta la cittadinanza ad essere più “attiva” ed a collaborare con il WWF per una migliore tutela dell'ambiente nella nostra città. Augusto De Sanctis ha illustrato alcuni documenti sul recente incendio di Chieti Scalo e, in generale, sulla situazione dell'area industriale. I primi esami sui materiali presenti nella discarica incendiata, già messa sotto sequestro dalla forestale, parlano di pneumatici fuoriuso, filtri dell'olio, scarti di oli minerali ed altri liquidi pericolosi. Nella discarica non erano state rispettate le norme di stoccaggio. La possibile ricaduta di inquinanti si estenderebbe, con diversi gradi di pericolosità, fino ai confini con il Molise. De Sanctis ha spiegato che sicuramente è una previsione pessimistica, ma probabile, in mancanza di dati certi. L'ARTA infatti non ha potuto eseguire tempestivamente tutte le analisi necessarie all'emergenza perchè l'istituto non ha la reperibilità e l'incendio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica. Soltanto “per puro caso” si è riusciti a reperire i responsabili ed i tecnici preposti per le analisi, che, bontà loro, si sono subito precipitati sul posto. Il primo referto dell'Arta sui campioni di aria prelevati subito dopo l'incendio purtroppo dà un quadro solo parziale del fenomeno. Ulteriori controlli sono stati fatti in seguito, ma sicuramente in misura minore del necessario. Il WWF ha lanciato la proposta di procedere con le analisi del sangue delle persone esposte direttamente all'incendio, per esempio i lavoratori del vicino casello autostradale che hanno effettuato il loro turno in quella notte. De Sanctis ha prodotto ad esempio un documento sull'incendio della De Longhi dello scorso anno, sulle procedure di emergenza che “dovrebbero” essere attuate in questi casi. Nella zona industriale di Chieti ci sono numerose zone “a rischio”, industrie dismesse, ex discariche e discariche illegali di rifiuti. Tra queste un deposito di GPL classificato come pericoloso secondo la direttiva “Seveso Ter”.
Nella nostra città manca un piano di gestione delle emergenze, obbligatorio per legge, ed il Sindaco , in caso di emergenza, dovrebbe essere il primo referente, insieme alla Protezione Civile. I “Piani di Sicurezza” dovrebbero essere redatti in collaborazione con i cittadini, che non solo devono essere informati, ma devono partecipare attivamente alla loro stesura. Il WWF invita i cittadini ad associarsi ed organizzarsi per ottemperare alle mancanze dell'amministrazione, ed a far sì che ci sia una maggiore coscienza e consapevolezza delle “cose che non vanno”. Per lo scandalo dell'acqua, per esempio, se i sindaci di Chieti e Pescara avessero partecipato alla Conferenza dei Servizi, tenutasi a Roma per la perimetrazione del Sito di Bonifica nazionale, sicuramente questa perimetrazione avrebbe avuto diversi confini, sicuramente più estesi, e più consoni alla reale situazione di inquinamento in atto. Il fiume Pescara è infatti un insieme di situazioni “a rischio”, e compito dei cittadini è quello di vigilare e segnalare le “emergenze”.
I dati ambientali dovrebbero, per legge, essere messi a disposizione di tutti, ma rari amministratori attuano questa direttiva. Manca la trasparenza, manca l'informazione e manca una corretta gestione delle emergenze. L'ARTA stessa non ha gli strumenti per fare le analisi sulle diossine, e pensare che basterebbe un finanziamento di 100.000 euro per acquistare l'apposito strumento. Per la reperibilità invece basterebbero 300.000 euro l'anno, e per le analisi di rilevazione degli inquinanti presenti nel sangue basterebbero 200 euro a campione. Costi che paragonati agli stanziamenti del Comune per “opere pubbliche” sono una risata... Ad esempio sarebbero stati stanziati 5.000.000 di euro solo per “tappare i buchi” dell'Eurobasket a Chieti, verrà presto realizzata la “riqualificazione” della Villa Comunale, è stata approvata la realizzazione del tanto contestato “Tunnel” che collegherà via Barbella con il Terminal.
Si è parlato anche dei rifiuti, con l'intervento dell'assessore Bassam El-Zohbi, e di un cittadino residente nel quartiere vicino alla discarica Casoni. Si è discusso sul recente aumento della TARSU, secondo l'assessore dovuto per l'attuazione di una legge nazionale (quella che impone di accantonare delle somme per la bonifica della discarica quando è imminente la sua chiusura). L'avvocato del WWF, De Massis, ha espresso le sue perplessità su questa quota di accantonamento, che doveva essere già da tempo presente sulle nostre bollette, e che invece pare sia stata addebitata soltanto ora. La discussione si è accesa anche sull'impianto di Trattamento Meccanico Biologico in costruzione a Casoni, soprattutto sulla sua localizzazione, che porterebbe non pochi problemi agli abitanti della zona. L'assessore si è reso disponibile a studiare approfonditamente il problema, e ha ribadito che per la chiusura della discarica servirebbero 12.000.000 euro subito, soldi che al momento non sono disponibili nelle casse cittadine. Il WWF fa le sue proposte, ed invita i cittadini a partecipare attivamente e dare il proprio contributo per spingere i nostri amministratori a fare il proprio dovere e a prendersi le loro responsabilità. L'ambiente è la nostra casa, tutelarlo è un nostro diritto ma anche un nostro dovere, e vigilare perchè ciò sia fatto è un dovere civico. A settembre ci sarà un'altra assemblea del WWF teatino, sperando che nel frattempo non ci siano ulteriori “emergenze”. Il WWF si mette disposizione delle autorità per eventuali consulenze su temi ambientali. E' meglio collaborare prima che “avere ragione” dopo, come è successo per lo scandalo dell'acqua...
All'assemblea erano presenti anche dei consiglieri comunali, e si spera che portino presto questi argomenti all'attenzione del Consiglio. Numerosi altri temi sono finiti nel “calderone”, ma ascoltarli “dal vivo” fa certamente un diverso effetto che raccontarli. C'è stata anche una segnalazione di una cittadina che vive nell'area industriale, nella quale quasi ogni notte si percepisce odore di bruciato e la mattina ci si trova ricoperti di una strana polvere biancastra.
Infine una buona notizia. Sembra che dalle analisi effettuate sugli alimenti non risultino livelli preoccupanti di presenza di diossine.
M.M.
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Nel comunicato stampa del Comune di Chieti, pubblicato il 5 agosto 2008, l'assessore El-Zohbi comunica alla cittadinanza che sono stati effettuati campionamenti in un raggio di due chilometri intorno all'incendio nel deposito rifiuti di via Tirino. Nel comunicato è scritto che «Il dottor Sebastianelli, dirigente della ASL, ha spiegato che i risultati delle analisi iniziate sabato scorso dovrebbero essere rese note entro questo fine settimana ed ha invitato a non generare allarmismi ricordando l’estrema responsabilità con la quale i tecnici addetti stanno procedendo nel loro lavoro per ottenere “ risultati certi” e , di conseguenza , “decidere eventuali misure”.»
El-Zohbi dichiara: «Dato che all’esito dei risultati verrà interessato anche l’Istituto Superiore della Sanità, invito i rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste ad astenersi dall’usare i mezzi di comunicazione per fare terrorismo ecologico senza avere dati certi ed ufficiali e ribadisco che il Comune di Chieti è stato ed è a disposizione dei cittadini per qualsivoglia delucidazione in merito alla vicenda.»
Viene automatico associare questo deprecato “allarmismo” a quello messo sotto accusa nel recente scandalo dell'acqua, nel quale fino agli avvisi di garanzia, ed anche dopo, purtroppo, le autorità hanno cercato in tutti i modi di “denigrare” l'operato degli ambientalisti.
Nel dossier del WWF, infatti, appare una lettera della Regione Abruzzo, dell'agosto 2004, indirizzata a vari enti: “La situazione … proprio in relazione ai rischi per la salute pubblica… impone, ovviamente, la giusta attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche cui la presente è diretta, ma appare altrettanto necessaria una adeguata discrezione al fine di evitare inutili allarmismi nei cittadini interessati dai fenomeni di inquinamento in atto”.
Appaiono troppe analogie tra le due dichiarazioni, e l'uso della parola “allarmismi” non è certo tranquillizzante. I cittadini hanno il diritto di sapere se c'è una emergenza, e devono essere prontamente informati dei pericoli sulla loro salute. Troppo spesso questo non avviene, o avviene con ritardo. L'assessore dovrebbe dare una pronta e chiara risposta alla cittadinanza, e partecipare alle iniziative delle “Associazioni Ambientaliste” per acquisire nuovi elementi di valutazione.
Non si tratta di fare terrorismo ecologico, ma solo di porsi legittime domande, dal momento che la posta in gioco è la salute.
Il WWF ha organizzato una assemblea pubblica a Chieti Scalo, presso la sala della Cassa di Risparmio, sul tema: “ARIA, ACQUA, SUOLO: Inquinamento a Chieti, cosa fare
Dopo l’incendio dei rifiuti che ha coperto Chieti di una nuvola nera e dopo la “scoperta” di tante aree inquinate nel territorio di Chieti il WWF invita tutti i cittadini a conoscere e mobilitarsi insieme con le associazioni.
Interverrà Gaetano Basti, direttore dell’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente.” (Giovedì 7 agosto, Chieti Scalo ore 21,00 - Sala Cassa di Risparmio di Chieti - Informazioni: WWF Abruzzo, 3683188739, abruzzo@wwf.it)
Sentiremo cosa ne pensano le “Associazioni Ambientaliste” di questa nuova “emergenza”...
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La convocazione è per le 10.00 del mattino.
I consiglieri arrivano alla spicciolata, appare già il primo consigliere che fuma, passeggiando tranquillamente per i corridoi.
I vigili sono appena arrivati, lo guardano ma lo ignorano, come al solito.
Ma le multe per il divieto di fumo volete farle o no?? Esiste o no il divieto???
Il vigile stesso appoggia un pacchetto di sigarette sulla scrivania dell'atrio... speriamo che non se ne accenda una anche lui!!!
Non capisco se interpretare questa consuetudine come “tolleranza” oppure come mancato rispetto delle regole e delle leggi...
ore 10.20: la sala consiliare comincia, piano piano, a riempirsi.
Ore 10.26: Suona la campanella. Arriva il caffè... la campanella suona ancora...
Ore 10.30: Appello: 32 consiglieri presenti, più alcuni rappresentanti della giunta nei “tavoli alti” (assessori, segretari, ecc.)
Si comincia già con una votazione, rimasta sospesa nella precedente seduta di venerdì. Nella confusione un consigliere chiede ad un altro, ad alta voce, “Cosa abbiamo deciso? Astenuti?”
Non riesco a sentire il numero dei favorevoli per il troppo chiasso, comunque capisco che la delibera votata è stata approvata. Si vota anche per l'immediata eseguibilità: votazione accolta, 22 favorevoli.
Ore 10.35: Arriva il Sindaco.
Il consigliere Bucci chiede di intervenire “per fatto grave”, e parla dell' “invasione” dei topi su Corso Marrucino. Chiede di intervenire sollecitamente su questo grave problema di salute e di decoro. Poi chiede una “pregiudiziale” sul punto relativo alla Teateservizi, chiedendo l'intervento di un rappresentante del collegio sindacale. Interviene l'assessore Marino per spiegare il bilancio della Teateservizi.
Il vociare è costante e riesco a malapena a sentire...
Si parla della società, di come è stata amministrata in questi cinque mesi di attività, delle voci di bilancio e degli obiettivi raggiunti e da raggiungere ancora. Si parla delle “tre E”, Efficacia, Efficienza ed Economicità, ed il presidente della società interviene descrivendo dettagliatamente l'argomento.
Ore 10.45: In aula sono presenti 18 consiglieri. Alcuni chiacchierano tra loro, qualcuno legge il giornale, altri entrano ed escono in un viavai quasi costante.
La puzza di fumo è leggera, ma sempre presente.
Ore 10.47: Uno dei vigili sta fumando nell'antibagno, gli si aggiunge subito anche uno spettatore. La porta dell'antibagno è, naturalmente, aperta. Il fumo rientra “tranquillamente” nell'atrio e nella sala...
Il presidente della Teateservizi continua a parlare, ma non sento niente perchè un “accrocco” di consiglieri è vicino a me, nei pressi della transenna divisoria, a parlare con uno del pubblico. Ora i consiglieri presenti in aula sono 15.
Ore 10.51: finalmente arriva il primo richiamo per il chiasso... I consiglieri vicino a me si spostano poco più in là, vanno a parlare nell'atrio.
Ore 10.55: i fumatori si alternano nell'antibagno, ovviamente sempre con la porta aperta. Ma non sarebbe meglio costruire lì una sala fumatori, con gli appositi aspiratori? La finestra è aperta, ma il fumo rientra lo stesso, anzi, di più!
Si parla dei lavoratori della Teateservizi, degli interinali, dei contratti di servizio.
La puzza di fumo aumenta in maniera esponenziale. Di media ci sono almeno due o tre persone per volta, nell'antibagno, con la porta sempre aperta. Di solito si fuma tranquillamente anche nel corridoio che costeggia la sala consiliare, non aperto al pubblico.
Ore 11.00: sono presenti in aula 17 consiglieri.
Si parla delle imposte e tasse della società, e si discute molto su questo punto, ma ci si sofferma molto anche sui lavoratori, sui contratti a tempo determinato, sulle assunzioni degli interinali. Il vociare è sempre costante, nonostante l'aula sia semivuota. Qualcuno parla con il suo vicino, qualcuno legge, qualcuno parla al telefono. Qualcuno ascolta.
Si parla della manutenzione del Cimitero, affidata alla Teateservizi, e si dichiara che ci sono soltanto 6 persone per coprire una estensione di 18 ettari.
Fa caldo, sembra che i condizionatori non siano accesi. Le finestre sono bloccate, per evitare dispersione con l'aria condizionata. E' aperta solo la solita finestra del'antibagno e quella in fondo al corridoio di ingresso.
Comincio a sentirmi male, tra il caldo e la puzza di fumo. Non ho nemmeno la forza di far valere il mio diritto di poter ascoltare il consiglio comunale senza essere intossicata dal fumo passivo. Se è il vigile stesso a fumare, a chi mi rivolgo??
Si parla ora della gestione del Palatricalle, e dei soldi usati per la sua ristrutturazione.
Riesco a malapena a sentire...
Finalmente il presidente del consiglio comunale chiede ai vigili di intervenire per il chiasso nell'atrio. Cinque minuti dopo tutto torna come prima...
La discussione si protrae con gli interventi di altri consiglieri. Si parla ancora degli interinali. Si accende il dibattito sulla “vecchia” e la “nuova” amministrazione, e sulla formazione della società.
Ore 11.45: il vigile va nell'antibagno a fumare un'altra sigaretta, con lui c'è anche un consigliere. La porta è sempre aperta.
Ore 12.00: presenti 14 consiglieri.
Il consigliere Bucci introduce l'argomento della corte dei conti, ed accusa la politica di fare troppe “chiacchiere”. Chiede di proporre una seduta sugli impianti fotovoltaici, per esempio, e di dare alla politica una forma più vicina ai cittadini. Chiede di nuovo di poter ascoltare un rappresentante sindacale per la Teateservizi. Sostiene che dopo la pausa estiva ci sarà un momento di verifica della politica cittadina, e teme per i debiti fuori bilancio. Interviene in risposta il presidente del consiglio comunale, esprimendo il suo rammarico sulle polemiche insorte sulla Teateservizi.
Ore 12.25: il caldo è quasi insopportabile, la puzza di fumo anche.
Dopo il suo intervento anche il presidente Raimondi esce a fumare. Dove andrà? In corridoio? Nell'antibagno?... Lo vedo passare attraverso il corridoio, con la sigaretta spenta. Speriamo che almeno lui dia il buon esempio.
Mentre lui va via, un consigliere invece attraversa tranquillamente il corridoio con la sigaretta accesa. E' sempre il solito, ormai lo vedo ogni volta che assisto ad un consiglio, e sempre in quel corridoio.
Sono stanca di respirare il loro fumo passivo. Possibile che una legge dello stato venga così palesemente ignorata? Possibile che nessuno faccia o dica niente? Possibile che non si facciano le dovute sanzioni? Ne basterebbe soltanto una di esempio, secondo me, a far capire a queste persone che le leggi vanno rispettate...
Invece l'andazzo di questa città è notoriamente quello di dormire sonni tranquilli, a prescindere da quello che succede intorno. Non si vede, o si fa finta di non vedere....
Solo una sciocca come me viene il 4 di agosto ad ascoltare il consiglio comunale, ad intossicarsi il fisico e la morale per un dovere civico che sente proprio, ma che davvero comincia a pesare.
Cittadini di Chieti, venite a vedere voi stessi cosa succede nei consigli comunali, come lavorano coloro che abbiamo votato. Chiedete loro cosa stanno facendo per voi e per la città. Loro vengono pagati per questo, prendono il “gettone di presenza” ogni volta che c'è un consiglio, e ogni volta che il consiglio viene rimandato alla seduta successiva per mancanza di numero legale. Venite a chiedergli quanto guadagnano per stare lì seduti. Guardate la differenza tra i consiglieri che prendono davvero a cuore il proprio lavoro, intervenendo con costanza e con attenzione in ogni occasione, e coloro che invece sono sì presenti, ma solo a “scaldare la sedia”.
Chiedete a quelli che fumano se sono a conoscenza che esiste una legge dello stato che vieta il fumo nei luoghi aperti al pubblico, e se sono “disposti” a rispettarla. Chiedetegli se sanno che possono nuocere, o semplicemente dar fastidio, a chi non fuma. Chiedetegli anche se sanno che fumare vicino ad una porta o una finestra aperta non equivale a fumare “fuori”, e che il fumo irrimediabilmente si propaga all'interno.
Questo è il Consiglio Comunale, questo accade nel Comune di Chieti.
M.M.
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Ore 9.30: sala vuota. Nell'atrio alcuni ambulanti protestano contro lo spostamento di una parte del mercato, sostenendo che coloro che sono stati spostati sono svantaggiati rispetto a quelli rimasti al loro posto. I manifestanti rimangono nella saletta chiedendo di essere ascoltati.
Ore 10.00: alcuni consiglieri sono nella sala consiliare, alcuni nei corridoi. Suona la campanella.
Ore 10.30: la campanella suona, suona, suona....
Finalmente l'appello: 31 consiglieri presenti.
Chiedo ad un consigliere come avere copia della documentazione relativa alla convocazione del Consiglio Comunale, in quanto on-line è reperibile soltanto la convocazione stessa, senza gli allegati, a disposizione soltanto degli organi di stampa ma non dei singoli cittadini. Dov'è la legge sulla trasparenza?
Il consigliere Colantonio chiede l'inversione dell'ordine del giorno, non approvata dal resto del consiglio. Il consigliere Di Primio interviente per “fatto gravissimo” chiedendo chiarimenti sulla questione dell'acqua, della sua gestione, che proprio oggi passa dall'ACA al Comune, e sui dipendenti dell'acquedotto e della Teateservizi.
Il consiglio ascolta.... e basta.
Il presidente chiama alla discussione il primo punto all'ordine del giorno, il consigliere delegato al Bilancio Miccoli richiede la sospensione, supportato anche dall'intervento del Sindaco, per gli avvenimenti relativi alla Regione, che pregiudicano i finanziamenti relativi alla discussione di quel punto. Si accende la discussione sul Teatro e sulla Settimana Mozartiana, sul bilancio preventivo del teatro, sul finanziamento secondo la legge 40. La Regione aveva accordato il finanziamento prima che cadesse la giunta.
Ore 10.50: comincia il viavai dei consiglieri fuori e dentro l'aula, ed il vociare aumenta di volume. Primo richiamo del presidente del consiglio sul chiasso.
Il consigliere Di Gregorio precisa che il punto in discussione riguarda la rete abruzzese dello spettacolo e non la settimana mozartiana.
Ore 10.55: 19 presenti. Il primo punto all'ordine del giorno viene ritirato dalla giunta, con discussioni sulla legittimità di questo ritiro.
Un consigliere intanto legge sue carte personali, relative al suo lavoro privato.
Comincia la discussione sul secondo punto all'ordine del giorno, delibera n. 2015, variazione di bilancio.
Ore 11.00: un consigliere fuma in bagno, naturalmente con la porta aperta, almeno non è nel corridoio, dove è solito fumare...
Ore 11.05: un secondo consigliere fa compagnia al primo fumando in bagno. E' quella l'area riservata ai fumatori??
Suona la campanella, si procede alla votazione, il punto viene approvato.
Il consigliere Bucci dichiara di scaricarsi delle responsabilità che probabilmente arriveranno dal collegio dei revisori dei conti.
Ore 11.20: un fumatore nell'atrio, uno in bagno, uno in corridoio. I vigili, interpellati sul divieto di fumo, invitano il fumatore nell'atrio a recarsi in bagno e chiudono la porta. Quindi è quella la “sala fumatori” ufficiale! Strano, di solito è il corridoio....
Ore 11.25: si procede all'appello dopo una piccola sospensione per distribuire documenti. Continuano i richiami del presidente sul chiasso in aula. Alcuni consiglieri sono rientrati per l'appello, ma subito usciti di nuovo dall'aula. La puzza di fumo è in aumento.
Il consigliere Di Primio presenta la prima pregiudiziale
Ore 11.30: 23 presenti. Quattro consiglieri stanno leggendo il giornale, uno sta parlando al telefono.
Non riesco ad ascoltare l'intervento del consigliere per il vociare fuori e dentro l'aula...
Il consigliere sta parlando del tunnel che verrà costruito da Piazza Barbella al Terminal, sostiene che il progetto è stato approvato senza una adeguata valutazione preliminare, non considerando la presenza nella zona di reperti archeologici, le numerose sacche d'acqua presenti nel sottosuolo che causano infiltrazioni nei palazzi adiacenti, con danneggiamenti dei palazzi circostanti all'intervento. Legge una relazione dettagliata, ma ad un certo punto si interrompe perchè nessuno lo sta più ascoltando. Chiede di ritirare il punto della delibera relativo al tunnel e di riportare in commissione il progetto.
Ore 11.40: votazione sulla pregiudiziale. La campanella suona. I consiglieri rientrano per votare. Ma hanno ascoltato??
Il consiglio respinge la prima pregiudiziale.
La seconda pregiudiziale è sullo sbocco del tunnel, sulla proposta di spostarlo a Piazza S. Giustino, posto più consono secondo il consigliere.
Ore 11:55 seconda votazione. Seconda pregiudiziale respinta.
Interviene l'assessore Febo: sostiene che la delibera riguarda progetti già approvati negli anni passati, quindi è inutile discuterli ora. Oltretutto sono finanziati da fondi regionali e fondi Cipe.
Ore 12.00: di nuovo un forte odore di fumo. Presenti 21.
Ore 12.05: presenti 17. La discussione continua sul tunnel, per il quale è prevista una percorrenza di 800 persone l'ora, quando il terminal conta solo 136 posti auto. Si propone una variazione della delibera.
Ore 12.35: 16 presenti.
Si parla del progetto di un parcheggio multipiano in piazza S. Giustino, e della pedonalizzazione della piazza.
Ore 12.40: il chiasso diventa insostenibile.
Ore 13.00: si discute sulle dimensioni del tunnel, e sulla pericolosità di un percorso forzato di ridotte dimensioni.
Ore 13.25: di nuovo i fumatori in bagno con la porta aperta. Mi giro intorno, i vigili si accorgono della puzza di fumo e vanno a chiudere di nuovo la porta del bagno. Ma le multe? Perchè non le fanno?
Ore 13.30: richiesta di verifica del numero legale. Viavai dei consiglieri, alcuni escono, alcuni entrano. I consiglieri che sono usciti aspettano la verifica in corridoio e vicino alle porte. Il numero legale c'è, si rientra in aula.
Cominciano le dichiarazioni di voto. Il consigliere Bucci è contro il tunnel, il consigliere Di Primio dichiara “state votando una delibera senza saperne nulla”, “il progetto è inconsistente, è solo una planimetria”. Il consigliere Di Felice ricorda che il primo progetto del tunnel risale alla giunta Cucullo, quindi non può certo considerarsi “innovazione” di questa amministrazione. La discussione continua, il consigliere Di Felice descrive le particolarità architettoniche del tunnel che l'hanno spinto a contestare il progetto. Si discute di misure, di traffico probabile, di capienza ecc.
Un consigliere dichiara di votare a favore perchè “si fida” della giunta che ha proposto la delibera.
Ore 14.05: campanella. Votazione. Votanti 31, favorevoli 22, delibera accolta.
Votazione per l'immediata eseguibilità: 23 favorevoli. Eseguibilità approvata.
Si richiede una inversione dei punti all'ordine del giorno rimasti: il punto cinque al posto del punto 4. Si comincia a discutere con l'intervento, brevissimo, dell'assessore interessato.
Si vota. Viavai frenetico dei consiglieri. Un consigliere prende il suo cellulare, chiama. “Oh, vieni a votare!”. La campanella continua a suonare, i consiglieri vanno e vengono.
19 favorevoli, un consigliere presente dichiara di non voler votare.
Il viavai continua. I consiglieri di opposizione si accalcano vicino alle porte, in attesa di sapere se c'è il numero legale per la votazione. Alcuni consiglieri rientrano, alcuni restano fuori, alcuni rimangono sulla porta...
Alle 14.15 il presidente dichiara che manca il numero legale.
La seduta è rimandata a lunedì.


Riflessioni.
A chi è venuta l'idea di un tunnel che attraversi il centro storico di Chieti?
Perchè il consiglio prima lo ha approvato e poi ne discute? Non dovrebbe essere il contrario?
Sono state fatte tutte le necessarie considerazioni sulla situazione di fatto del terreno? Sembra di no, visto che durante i primi scavi si è trovato uno scheletro antico e resti di mura... non si sapeva che Chieti è piena di reperti archeologici sotterrati???
Il tunnel, così ristretto come pare che sia, non è pericoloso? E i claustrofobici come lo attraverseranno?
Non bastava la scala mobile per collegare il terminal al centro cittadino? Chieti è una così grande metropoli da aver bisogno anche di un tunnel?
Come hanno fatto la previsione delle 800 persone l'ora se il terminal ne contiene solo poco più di cento?
Ci saranno davvero tutti questi turisti in accesso a Chieti? ...è pronta Chieti per accoglierli?
Il centro diventerà, forse, isola pedonale, grazie anche a questo tunnel. Non sarebbe meglio allargare le zone pedonali fin da adesso?
I cittadini non hanno il diritto di sapere cosa il comune intende fare dei nostri soldi? Come mai il comune ha deciso di farci aumentare la tassa sui rifiuti, per esempio, per realizzare invece queste opere, per la “riqualificazione” della città? La città sarà davvero riqualificata da un'opera del genere?
Non è meglio riparare l'esistente e renderlo più fruibile, invece di iniziare nuove opere che non si sa come andranno a finire?
Amministrazione e opposizione si fanno guerra su chi ha fatto e cosa, sui progetti e le realizzazioni. Sono belli i progetti, sulla carta...
E ancora. I consiglieri leggono ciò che approvano? Solo alcuni consiglieri intervengono sempre in consiglio, la maggior parte si limita ad ascoltare, quando vuole, o solo a “fare presenza”.
Le sedute vengono notoriamente rimandate almeno una volta per ogni convocazione, aumentando così i famosi “gettoni di presenza”.
La giunta non sempre presenzia i consigli, gli assessori non sono tutti presenti, spesso manca anche il Sindaco.
Il viavai in aula c'è sempre, la campanella richiama, il presidente è costretto a richiamare all'ordine tutte le volte i presenti, per il vociare costante.
Il corridoio e l'antibagno sono le “sale fumatori”, nonostante la legge sul fumo vieti in tutti gli luoghi pubblici ed aperti al pubblico di fumare.
Davvero un bell'esempio di buona amministrazione della città...
M.M.
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MeetupChieti
Depurazione in Abruzzo, dossier del WWF.
Nel 2007 un quarto dei 737 controlli non regolare (Dati ARTA).
Forti criticità a Montesilvano, Ortona e Giulianova. La Provincia di Pescara con oltre il 50% di controlli irregolari, ¼ a Teramo, 1/5 a L’Aquila. Meglio la Provincia di Chieti. Il WWF presenta un manuale sulla fitodepurazione per contribuire a risolvere i problemi.

Un quarto dei controlli sui depuratori segnala irregolarità rispetto ai parametri di legge. E’ quanto emerge nel dossier “Depurazione in Abruzzo” che il WWF ha presentato oggi a Pescara. Il documento si basa sul quadro generale dei dati forniti dall’ARTA sui controlli avvenuti nel 2007 su tutti i depuratori della Regione.

La Provincia di Pescara è la porzione di territorio regionale che nel 2007 ha presentato il maggior tasso di controlli irregolari (il 51%), seguita dalla Provincia di Teramo (26,4%) e dalla provincia di L’Aquila (20,8%). Meglio la provincia di Chieti, con il 17%, anche se questo dato è la sintesi tra l’ottima performance degli impianti nell’area del Dipartimento ARTA di Vasto-S. Salvo (solo il 7,5% dei controlli irregolari) e quella in media con il resto della Regione degli impianti situati nel territorio controllato dall’ARTA di Chieti (26,4% di controlli irregolari in questa porzione di territorio).

I depuratori di media taglia (tra 10000 e 49999 abitanti equivalenti) sono quelli che risultano più efficaci, con il 17% dei controlli irregolari, rispetto al 27,3% di quelli piccoli (tra 2000 e 9999 abitanti equivalenti) e al 25,6% di quelli di grande taglia (>50000 abitanti equivalenti). In realtà quest’ultimo dato deriva soprattutto dalla situazione di estrema criticità che si è verificata nel 2007 presso il depuratore di Montesilvano (potenzialità 105000 a.e.), in cui ben 18 controlli su 22 sono risultati irregolari. Anche il più grande depuratore d’Abruzzo, quello di Pescara Via Raiale, mostra alcuni problemi, con il 30% dei controlli irregolari (6 su 20). Ovviamente le problematiche che riguardano i grandi impianti sono quelle che possono avere potenzialmente il maggiore impatto locale sull’ambiente. Altre situazioni di criticità rispetto ai relativi dati medi provinciali sono state riscontrate dall’ARTA a Cappelle,Loreto e Collecorvino in Provincia di Pescara, Miglian!
ico, Ortona, Tollo, Torrevecchia Teatina in Provincia di Chieti, a Giulianova, Teramo Villa Pavone, Mosciano S. A., Nereto, Atri Crocifisso, Castellalto e Campli in provincia di Teramo e Poggio Picenze, Villavallelonga, Collepietro, Arischia e Pescasseroli in provincia di L’Aquila.

Più in generale, nel 2007 il numero medio di controlli su ogni depuratore è di 5,3, anche se il campione è sbilanciato, con una grande diversità per numero medio di controlli per taglia (i grandi impianti vengono, correttamente, controllati più frequentemente) e province. I piccoli impianti vengono controllati più raramente, e questo potrebbe aver comportato una sottostima delle irregolarità (molti di questi impianti mostrano una irregolarità sull’unico campionamento effettuato e,in generale, sono quelli che hanno le peggiori perfomance; pertanto un numero maggiore di controlli su questi impianti avrebbe probabilmente portato a riscontrare un numero maggiore di problemi sul complesso dei dati).

Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo “I cittadini abruzzesi spendono con la tariffa dell’acqua diverse decine di milioni di euro per la depurazione ogni anno. Inoltre sono stati spesi centinaia di milioni di euro derivanti dalle tasse per gli investimenti relativi alla costruzione dei depuratori e delle reti. Appare evidente che i dati del 2007 sono insoddisfacenti perché un quarto dei controlli è risultato non regolare. E’ come se pagassimo il ticket all’ospedale per delle analisi sapendo che nel 25% dei casi il responso sarà sbagliato. Tra l’altro nel dossier non abbiamo incluso i dati degli impianti più diffusi della regione, quelli con potenzialità sotto ai 2000 a.e. Sono oltre 1000 anche se il dato esatto manca e con ogni probabilità, come segnala anche l’ARTA nei suoi rapporti, la situazione di questi impianti è estremamente deficitaria. In questo quadro è desolante che proprio nel 2007 la Regione abbia varato la vituperata Legge “Fogna” che, alzando le soglie, permette ai piccoli impianti di inquinare di più. Insieme con la legge del 2001 che ha surrettiziamente tagliato l’importo delle multe, fa emergere la considerazione che la classe politica ha dei problemi dell’inquinamento dei nostri fiumi e del rispetto dei cittadini che pagano tasse e tariffe per la depurazione. Fortunatamente sulla questione delle multe è in corso un’indagine della Corte dei Conti e speriamo che siano recuperate le cifre eventualmente dovute, che pare ammontino ad oltre 10 milioni di euro. E’ necessario abrogare queste leggine e, più in generale, evitare che nei nostri depuratori arrivino le acque delle aree industriali, far partecipare i cittadini alla gestione del sistema idrico integrato garantendo la trasparenza dei dati (e la realizzazione del sistema informativo regionale sui dati ambientali) e rendere omogenei i controlli in tutta la regione”.

Il WWF, per contribuire alla risoluzione delle problematiche connesse alla depurazione, ha presentato un manuale sulla fitodepurazione dal titolo “La depurazione naturale delle acque”. Il documento, scritto per il WWF Abruzzo da due tecnici di fama nazionale, Francesco Avolio e Giorgio Pineschi, descrive nei dettagli questa tecnica, usata da decenni in tutto il mondo, che permette di depurare le acque attraverso la creazione di zone umide. Per i depuratori di media e grande taglia permette di migliorare i parametri delle acque in uscita dagli impianti tradizionali.

Aggiunge De Sanctis “Abbiamo visitato insieme con l’ARTA l’impianto di fitodepurazione di Jesi, che serve oltre 40000 persone: è stato uno spettacolo magnifico vedere una superficie di 15 ettari di aree umide che non solo permettono di depurare ma che sono divenute un vero e proprio paradiso per gli uccelli, visitato da appassionati della Natura. Sarebbe un modo intelligente per risolvere molti dei nostri problemi consegnando alla Natura nuove aree umide importanti per la salvaguardia della fauna. Divulgheremo questo testo tra gli amministratori e i tecnici e speriamo che la nostra Regione recuperi terreno rispetto alla depurazione delle acque”.


INFO:
3683188739, fotografie e dossier sono disponibili via email chiedendo a a.desanctis@wwf.it
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MeetupChieti
Passeggiando per la città mi guardo intorno... e penso. La gente ha mille cose da fare, si affretta a fare la spesa o ad andare a lavorare, ma ci sono anche persone che passeggiano solo per il gusto di approfittare della splendida giornata d'estate. La giornata è ideale, il sole spende ma non fa troppo caldo, e sicuramente invita ad uscire. Il mio sguardo si rivolge in alto, a guardare le facciate dei monumenti che distrattamente passano sempre in secondo piano, nella corsa dei mille impegni quotidiani. Poi guardo le antenne, negli ultimi tempi sono aumentate in maniera esponenziale e penso: se fanno veramente male alla salute? Perchè continuano ad installarne sempre di nuove? Compro un pezzetto di pizza e una bibita, ho fame, ma mangio per strada per godermi la giornata. Cerco un cestino per gettare la carta, per fortuna ce ne sono abbastanza in giro per il corso, ma la bottiglia dove la butto? Cerco di fare il mio dovere facendo la raccolta differenziata, e per fortuna trovo un contenitore apposito in un vicolo. Nelle pizzerie è raro trovare bidoni differenziati, troppo poco lo spazio, troppa la gente alla quale “non interessa”. Cammino distrattamente, facendo attenzione a non calpestare qualche “regalino” dei nostri amici a quattro zampe. Ho un cane anch'io, ma faccio sempre attenzione a raccogliere ciò che “produce”. Purtroppo invece spesso altri non lo fanno. E mi viene in mente una riflessione di un ragazzo in carrozzina, che spiegava che ci vuole un attimo per loro a ritrovarsi con le mani sporche di ....feci di cane. Bisogna pensare anche a questo. I contenitori per le “palette” ci sono, ma sono sempre immancabilmente vuoti, forse perchè non li riempiono, forse perchè ci sono sempre coloro che non ne fanno l'uso adatto, non si capisce poi per quale motivo...
Questa mattina voglio esercitare il mio diritto/dovere di cittadina, vado a sentire una conferenza stampa nel Comune, sulla riqualificazione della Villa Comunale. Ci sono i giornalisti, c'è qualche consigliere, ci sono gli assessori interessati. Il Sindaco non c'è. Incontro la presidente della nuova sede del WWF a Chieti, finalmente il WWF è presente anche in città, e scambio con lei qualche opinione su questi lavori alla villa. Mi vengono in mente tutti i problemi ambientali della città, dall'aria all'acqua, la viabilità, i parchi.... ma gli argomenti sono troppi e si affollano indistintamente. Si dovrebbe lavorare su tante cose, i primi a farlo dovrebbero essere proprio i nostri rappresentanti, coloro che siamo andati ad ascoltare questa mattina. Non mi vengono domande da fare in conferenza, questa volta non sono preparata. La volta scorsa, nella conferenza sull'acqua, ho espresso io qualche perplessità, qualche domanda specifica al presidente dell'ACA, sul ben noto scandalo dell'acqua. I giornalisti presenti non hanno scritto quasi niente in quell'occasione, solo e soltanto le parole riferite dall'assessore e da Catena, solo un piccolo accenno alle mie domande, e solo in un giornale tra quelli locali. Va beh, fa niente, d'altra parte io non sono una giornalista, sono solo una cittadina... Come cittadina questa mattina ho presentato anche una richiesta al Presidente del Consiglio Comunale, sulla facoltà di introdurre mezzi audiovisivi all'interno dei Consigli Comunali. Faccio parte del Meetup di Chieti, e vorremmo poter relazionare e documentare la nostra presenza nei consigli. Non sono una giornalista, ripeto, non ho accesso come organo di stampa. Voglio però esercitare il mio diritto di assistere ai consigli e la mia libertà di poterne parlare sul blog del Meetup. Mi conoscono un po' tutti in consiglio, io sono “quella dell'articolo sul fumo”, quell'anonima cittadina che un giorno ha avuto l'idea di essere una cittadina responsabile e di assistere ai consigli comunali. Il primo approccio è stato davvero tragico, e la mia relazione, pubblicata sul Meetup, a quanto pare è stata letta. Vorrei continuare questa “impresa”, vorrei poter fare quello che altri o non hanno tempo di fare oppure non hanno modo di farlo, ma non è cosa facile. Incontro l'assessore all'ambiente, gli propongo una intervista sull'ambiente in città, sulla raccolta differenziata, sul perchè della “stangata” dell'ultima bolletta sui rifiuti. Oggi mi è arrivata un'altra bolletta, un conguaglio, che insieme a quella della TARSU contribuisce a “rovinare” la mia estate. Si lavora ormai per pagare i conti, e qui in comune parlano di milioni di euro come fossero bruscolini... Va beh, tutto è in proporzione, ma gli amministratori però dovrebbero mettersi un po' nei panni dei poveri cittadini. Il lavoro non c'è o è immancabilmente precario, arrivare alla fine del mese è una dura lotta. Voglio capire le motivazioni di questo aumento, per noi è soltanto un ennesimo attentato alle nostre tasche, già bucate. Su “Il Messaggero” di domenica scorsa ho letto:
« Il Comune ha deciso per quest'anno di coprire interamente (al 100%) la spesa per i rifiuti solidi urbani «al fine di non negare alla città risorse da destinare allo sviluppo. Con un grado di copertura del 32% l'Amministrazione avrebbe dovuto coprire la differenza con 4 milioni di euro, da sottrarre ad interventi per la crescita della città».Così l'assessore all'Ambiente Bassam El Zobhi giustifica l'onere per la raccolta, smaltimento e trasporto dei rsu.....Ma l'incremento si è reso necessario «per l'attuazione di precise direttive Ue in esito alla gestione degli impianti di smaltimento dopo la chiusura». Cioè il Comune ha l'obbligo di accantonare ingenti somme (fino a trent'anni dopo la chiusura della discarica di Casoni) per la bonifica del sito.»
Poche parole per spiegare questo aumento, ma la domanda che viene spontanea è: Perchè? Perchè il comune ha deciso di coprire per intero la spesa per i rifiuti? Chi l'ha deciso? Perchè a Chieti si paga circa il doppio della vicina Pescara? Chi ha deciso che le “risorse da destinare allo sviluppo” erano più importanti della tassa sui rifiuti? Perchè il cittadino deve sempre e solo pagare, spesso senza saperne il motivo? La mancanza di comunicazione e di trasparenza del Comune si fa sentire soprattutto in queste occasioni, e sui giornali leggiamo i battibecchi tra Sindaco e opposizione su ciò che è stato o non è stato fatto da questa o da quella amministrazione.
Sarebbe opportuno che ai cittadini non si raccontassero frottole, che non ci si faccia scudo con le solite scuse di sempre, e che la politica sia più alla portata di tutti, con un linguaggio meno complicato e più trasparente. Non tutti possono capire “la ratifica dell'emendamento della delibera numero tot...” ma tutti capiscono però quando vedono cantieri aperti che non finiscono mai, quando si inaugurano nuovi parchi o costruzioni che dopo pochi mesi sono inagibili per incuranza e trascuratezza, quando molti edifici pubblici sono lasciati all'abbandono per anni e solo quando cadono letteralmente a pezzi si cerca di “salvare il salvabile”. Si parla del parco obletter pieno di erbacce e con i giochi in disfacimento, della villa comunale “occupata” da tavolini e gazebo con forni a legna per pizze all'ombra dei tigli... Sono belli i progetti, tutto bello sulla carta e nell'immaginario di chi progetta e di chi guarda, ma l'ovvio timore è quello dello spreco di risorse, quelle risorse che si è scelto di privilegiare a scapito della tassa sui rifiuti, per esempio.
Vorremmo una città più verde, più pulita, più sana, e più attenta ai propri cittadini. E' davvero una richiesta impossibile?

M.M.

Articolo del 1 agosto 2008
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