MM
Scritto da Roberto Di Monte, 31-12-2009

Ex Burgo, ora si parla solo di ciò che sarà o, meglio, di cosa potrebbe diventare il sito industriale in corso di dismissione, se sarà un nuovo insediamento produttivo compatibile con il nucleo abitato o se diverrà un impianto di pirolisi potenziale produttore di cancro che però dà occupazione.

L’attenzione è posta al futuro prossimo, a quanto pare il presente è stato accantonato definitivamente.

Nel frattempo i lavori di demolizione dell’edificio che ha ospitato per oltre mezzo secolo la Cartiera di Chieti proseguono e nonostante l’allarme lanciato con un esposto da un gruppo di cittadini circa il pericolo amianto, nessun Ente di quelli interpellati sembra dare delle risposte concrete e soprattutto sensate.

Le uniche risposte ufficiali ricevute da quel lontano 14 ottobre 2009, data di inoltro dell’esposto, sono state nell’ordine quella dell’ARTA in data 20.10.2009 che dice di non poter intervenire se non richiesto da altri Enti; quella del Presidente della Provincia in data 22.10.2009 che dice di aver passato la pratica al competente Ufficio; quella della ASL in data 15.12.2009, che “ha effettuato un sopralluogo presso la Cartiera Burgo con sede in Chieti Scalo, Via Piaggio” in data 07.12.2009, quasi due mesi dopo l’esposto.

Bella tempestività!


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MM
Scritto da Redazione chietiscalo.it, 22-12-2009

Dopo la segnalazione giuntaci da un gruppo di abitanti di Brecciarola chietiscalo.it ha fatto un sopralluogo nella frazione limitrofa dedicando un quarto d’ora di filmato “generale” a quelle che sono le problematiche da affrontare nel quotidiano. Grosso modo si riscontrano le stesse disattenzioni valse per le altre zone dove siamo stati: strade, marciapiedi e arredo urbano in generale. Il tallone di Achille di molte Amministrazioni comunali, infatti, sembra essere proprio l’argomento nel quale più di altri dovrebbero brillare: l’urbanistica.

C’è da dire, come ci hanno fatto notare gli abitanti, che finalmente qualcosa pare si stia smuovendo anche a Brecciarola, ma per i pesanti ritardi dovuti alla trascuratezza di tutte le altre precedenti amministrazioni, questo non è assolutamente abbastanza.

Oggi Brecciarola ha un’occasione che Chieti scalo ha visto sfumare e svanire per sempre solo un paio d’anni fa: impostare le linee guida di uno sviluppo ad armatura urbana sostenibile. Gli spazi aperti che consentono di dare una cardinalità infatti non mancano e i cinici interessi politicamente edilizi non sembrano ancora attecchire tra le estese campagne brecciarolesi. Oggi si è in tempo a creare la magliatura entro la quale far sviluppare la città prima che sia lo sviluppo casuale e “insensato” ad imporre una magliatura scomoda agli abitanti.
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 18-12-2009

Esposto depositato il 14.10.2009, la ASL entra in azione il 7.12.2009, dopo quasi due mesi dall’inizio delle operazioni di bonifica e messa in sicurezza dell’area Ex Burgo, alla fine di una delle fasi della lavorazione e va a controllare gli esiti dei monitoraggi effettuati dalla stessa ditta che sta effettuando la bonifica. (in pratica la ditta si controlla da sola)

Quella che potete leggere qui di seguito è la tranquilla risposta della ASL alle nostre preoccupazioni, stanno bonificando dall’amianto il sito dell’ex Burgo e le analisi effettuate dalla stessa ditta che sta effettuando le operazioni di bonifica “hanno dimostrato il non superamento dei valori di concentrazione delle fibre aerodisperse nell’ambiente circostante.”

Attenzione, le fibre non hanno superato i valori (ma quali sono questi valori?) ma sono comunque andate nell’ambiente. E pensare che le analisi si riferiscono alle operazioni di bonifica del solo amianto compatto, relativamente poco pericoloso, ma oggi che stanno trattando quello friabile, altamente pericoloso, quante particelle finiranno o sono già finite nell’aria e capiterà di dover respirare?

Siamo ancora entro i parametri o se abbiamo respirato amianto lo sapremo solo alla fine dei lavori?

E poi, quali sono questi parametri? Sarei curioso di vedere lo scostamento del risultato dei monitoraggi con ciò che prevede la Legge.

Anche se sono convinto che la ditta stia operando correttamente usando tutti i sistemi idonei per una buona attività di prevenzione, io starei molto più tranquillo se la ASL fosse più presente sul cantiere e soprattutto se effettuasse una serie di controanalisi pubblicizzando i dati rilevati.

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MM

Fonte: terranauta.it
"Il problema dell’amianto è troppo spesso sottovalutato poiché questo materiale ha avuto anche nel nostro Paese un’enorme diffusione dal dopoguerra sino agli anni 70. Si può dire che sia presente in ogni città e gli interventi di rimozione, pur essendo rigidamente normati, sono spesso lenti e in molti casi non ancora effettuati. Le conseguenze di questa forma d’inquinamento sono ormai conosciute anche se l’evoluzione di queste non è perfettamente nota.
Basti pensare infatti che è stato stimato che l’apice delle forme tumorali a causa dell’amianto sarà riscontrabile tra il 2015 ed il 2020."
"Il processo di Torino non costituisce solo la risposta dovuta dallo Stato nei confronti di una situazione così grave, ma anche un monito per tutti coloro che continuano ad essere ciechi e sordi rispetto ai criteri di precauzione che devono sempre essere adottati quando non si è in grado di escludere scientificamente che determinate materie o sostanze possano compromettere la salute e l’ambiente"

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MM
Arturo
Fonte: AA: vittime amianto cercasi

Salve a tutti,
mi chiamo Laura e scrivo da Siracusa. Lo scorso 19 novembre mio padre ci ha lasciati per un mesotelioma pleurico. Dieci giorni prima ero del tutto ignara di questo male killer. Ecco la nostra storia: papà è un metalmeccanico che ha lavorato nel petrolchimico di Siracusa per più di trent'anni (nel 1998 va in pensione). Essendo conosciuto nell'ambiente lavorativo gli viene offerto di lavorare come consulente ( a casa i soldi non bastano mai, siamo 5 figli, una famiglia monoreddito come si dice oggi). Papà in questi anni lavora in Sud America e in Tunisia, è contento così riuscirà a pagare il mutuo della tanta sofferta casa. Arriviamo allo scorso settembre, a metà mese ritorna a casa e accusa dei forti dolori alle spalle, è dimagrito molto. Lo persuadiamo a fare dei controlli medici, la radiografia ci dice che quei dolori sono dovuti ad artrosi. Lo persuadiamo a non partire ma papà dice che stringerà i denti per ritornare a fine novembre. Papà tornerà il 28 ottobre a seguito di un gonfiore all'addome. Tornerà moribondo per lasciarci il 19 novembre, giorno del compleanno di mamma. VENTITRE GIORNI DI DOLORE E DI STRAZIO. E' al decimo giorno che i medici ci dicono che papà ha un mesotelioma pleurico e che ha 4/6 mesi di vita. Purtroppo i loro conti non tornano perchè papà ci lascia dopo 13 giorni. Le sue grida di aiuto,la nostra impotenza mi tormentano. Mio padre ha lavorato una vita, ha dato la sua vita e d il lavoro c'è l'ha strappato per sempre. Di amianto si muore ancora ma se ne parla poco. A te papà lo devo, con la riservatezza, li tuo silenzio che ti ha sempre contraddistinto, a te papà daròla mia voce.
Ciao papà, ciao Arturo.
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MM
Sull'amianto c'è moltissimo materiale da studiare, ma una sola conclusione: l'amianto uccide.
(Fonte news amianto: GrinArt)
Il web è pieno di informazioni, consigli, approfondimenti. Tante le leggi emanate e purtroppo tanti i morti...
A tutt'oggi c'è però ancora qualcuno che l'amianto non sa ancora cos'è, che non dà il giusto peso a questo veleno invisibile.
E si continua a morire...
Il processo della "Eternit" è in corso, ma tantissimi malati non sono stati ancora classificati nè risarciti per le terribili malattie provocate dall'amianto.
Qui, proprio vicino le nostre case, stanno smaltendo una quantità di amianto notevole, quando sappiamo che una sola singola fibra può provocare il temibile mesotelioma (cancro del polmone).
Su questo sito trovate alcune foto delle procedure obbligatorie per lo smaltimento:
http://www.ricoperture.it/amianto-friabile/confinamento/confinamento.htm
Riportiamo qui di seguito alcune di quelle foto
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 30-11-2009

Il tempo trascorre inesorabile e le operazioni della messa in sicurezza dell’edificio ex Burgo dall’amianto procedono regolarmente. Amianto, una parola che evoca paura, è un materiale che è stato accertato in modo inequivocabile essere causa di alcune patologie incurabili a carico dei polmoni. Se le operazioni di bonifica dell’ex Burgo dall’amianto non dovessero essere eseguite correttamente, il pericolo per la nostra salute potrebbe raggiungere livelli di allerta elevatissimi, non dimentichiamo che le patologie causate dall’amianto possono manifestarsi anche dopo 20 anni dalla inalazione di una sola particella.

Il timore di ciò che potrebbe accadere ha spinto un gruppo di cittadini a cercare di saperne di più e a rivolgersi alle autorità competenti per ottenere una risposta che tranquillizzi tutti. Un esposto depositato nei giorni 14 e 15 ottobre al protocollo di una decina di diversi Enti, tra cui Comune di Chieti, Provincia di Chieti, ASL, Arta, Questura, Prefettura, ecc. ha avuto fino ad oggi solo due risposte ufficiali, la prima dall’ARTA che dice di non poter intervenire senza una richiesta ufficiale da altri Enti, la seconda dal Presidente della Provincia che dichiara di aver passato la documentazione all’Ufficio Provinciale preposto.

Per il resto solo delle rassicurazioni verbali circa l’azione di controllo di ASL e Vigili Urbani, ma nulla di certo, solo parole di cui dobbiamo fidarci. Un ristretto gruppo di cittadini in data 2 novembre è stato in riunione con il Sindaco Ricci, il quale in quell’occasione con fare molto sicuro tranquillizzò tutti dicendo che avrebbe messo in atto tutto quanto in suo potere per fare in modo che tutto proceda per il verso giusto.

In effetti il Sindaco è la massima autorità in casi del genere, è colui che con un’ordinanza può fare in modo che vengano rispettate tutte le misure di sicurezza necessarie ed anche che ASL ed ARTA intervengano per effettuare tutti i monitoraggi previsti dalla legge. E’ quasi passato un mese da quel 2 novembre, il silenzio del Sindaco, così come la lentezza della burocrazia, cominciano a preoccupare i cittadini ancor di più dell’amianto stesso. Comincia a crescere il senso di angoscia e di impotenza di chi, agendo in nome di un sacrosanto diritto, si rivolge alle autorità ed in cambio riceve solo una pacca sulla spalla e null’altro.



Adesso non è il momento di pacche sulla spalla, presto l’edificio dell’ex cartiera verrà demolito e non sappiamo come, ed il timore che venga buttato giù col tritolo così come è stato già per altri edifici ex Burgo comincia a farsi strada prepotentemente. Allora sarebbe un bel guaio, l’edificio è praticamente farcito di amianto ed in particolare di quello friabile utilizzato per la coibentazione delle tubature, e se anche incolpevolmente una parte dell’amianto rimanesse all’interno dell’edificio, in caso di esplosione il pericolo di contaminare una grossa area sarebbe esageratamente probabile.

Perché nonostante le richieste formulate in via ufficiale non si riesce ad avere nessuna risposta concreta?
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 29-11-2009

Capita spesso di vedere operai intenti alla manutenzione dello spazio verde dello spartitraffico sulla Colonnetta, quello che agevola l’accesso allo scorrimento veloce per intenderci, così come capita di vederli spesso in Piazzale Marconi per tenere in ordine quel poco di verde che ancora c’è. Ma capita di vederli solo là, altrove allo Scalo è possibile vedere zone con arbusti messi a dimora ma ormai rinsecchiti dalla mancanza della mano dell’uomo oppure soffocati dalle erbacce, così come è possibile vedere intere vie con spazi creati appositamente per mettere a dimora arbusti o piante da fiore, ma assolutamente vuoti, ancora in attesa che qualcuno si preoccupi almeno di tenere mossa la terra prima della tanto attesa piantumazione.

Via Vasto e via Ortona sono il simbolo di quanto affermo, lavori di manutenzione straordinaria per il rifacimento di marciapiedi, strada e sottoservizi sono stati decisivi per riportare il quartiere ad un minimo di decenza, adesso manca solo la ciliegina per completare la torta. I residenti, ma ancor di più i negozianti della zona, ormai sono stanchi di aspettare la ciliegina che non arriva e di ritrovarsi ogni giorno di fronte ad una incompiuta ai limiti della decenza e si sono attrezzati con vanghe, zappette e palettine, improvvisandosi giardinieri.

Il quadro che si è ormai delineato è quello di una via ordinata però solo a macchia di leopardo, dove alcune zone davanti alle attività commerciali sono state ben curate ed ornate con piante da fiore o piccoli arbusti, ma lontano dai negozi solo spazi abbandonati alla mercè delle erbacce o, ancora peggio, ad uso sgambettamento per cani con tanto di zona cesso da concimare per bene con escrementi vari. La buona volontà di alcuni cittadini che va a coprire le mancanze dell’Amministrazione Comunale andrebbe premiata, quantomeno fornendo loro piante più adatte anche per rendere omogenei gli spazi verdi, limitando il personalissimo fai da te che, benché sempre meglio del nulla, può dare comunque un aspetto disordinato al posto.
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