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Ex-Burgo: Demoliscono in barba all'art.153 del Testo Unico sulla Sicurezza
Scritto da Roberto Di Monte, 29-01-2010
Adesso si che fanno veramente sul serio! La demolizione degli edifici dell’ex Burgo procede alla grande e sotto gli occhi di coloro che passano per via Piaggio tutti i giorni, ad ogni passaggio ci sono sempre meno edifici e più macerie. Oggi è stato il momento dei vecchi serbatoi dell’acqua, quelli enormi in cemento ben visibili da via Piaggio, appena dietro l’edificio della portineria, li hanno demoliti per mezzo di grandi mezzi meccanici dotati di pinze all’estremità dei lunghi bracci meccanici.
La Cartiera scompare un po’ alla volta, un pezzo di storia della città che se ne va definitivamente nel silenzio generale.
Troppo silenzio a dire il vero, la dismissione di un sito industriale comporta una serie di problemi che toccano il ricollocamento delle forze lavoro andate perse con la chiusura dell’attività produttiva, ma anche il tema dell’inquinamento e della bonifica del sito oltre che l’impatto che tutto questo può avere sul territorio, in particolare quando, come nel caso dell’ex Burgo, il sito si trova nel bel mezzo del centro abitato. 

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo. L'autore ha chiesto di rimanere anonimo.

Il problema più importante? Il lavoro. Tutto dipende da questo perchè un cittadino che non lavora non consuma, grava sulle casse dello stato, si ammala di più (anche di depressione!), e naturalmente non "produce".
Precari sui tetti, precari in strada, e disoccupati, una marea di disoccupati senza futuro.
Precari statali, precari privati, ma anche occupati senza stipendio (Villa Pini insegna...).
E i politici teatini sono in piena campagna elettorale, battibeccando su inutili questioni...
Se ogni politico adottasse un precario, o un disoccupato, se si autotassasse o facesse stanziare aiuti concreti da parte delle istituzioni a chi è in difficoltà invece che fare solo chiacchiere...
Anche solo un precario in meno sarebbe una conquista!
Forse quando si "arriva in alto", quando si conquista un posto di prestigio ci si dimentica di cosa vuol dire fare la gavetta...
Forse tutta quella assurda burocrazia che sta dietro le decisioni "importanti" ha sovrastato i principi primari: la dignità umana, il diritto al lavoro, alla retribuzione.
"L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro" (precario, aggiungerei...)
Forse ci si scorda che dietro quei conti, quelle fatture, quegli affidamenti di incarichi esistono uomini e donne che sperano e aspettano pazienti di poter pagare le loro bollette...
Forse non si considera che acquistare una casa è diventato un privilegio, non un diritto, e migliaia di persone la perdono per non poter pagare il mutuo, dopo essere riusciti con molto sforzo ad andare dal notaio e ad ottenere quel tetto sulla testa.
I precari non hanno neanche questo. A loro il mutuo non lo concede nessuno!
E allora ci si "inventa" una soluzione, magari "in nero", per sbarcare il lunario, sperando di non essere "beccati" dai finanzieri, che forse chiudono gli occhi sui grandi evasori, ma sicuramente non su coloro che sono costretti dalle circostanze ad evadere il fisco per poter mangiare.
Campateci voi con 500, 600 o 800 euro al mese, quando ci si arriva!!!
Campateci voi senza stipendio, continuando ad andare a lavorare ogni mattina, facendo i debiti per poter mettere la benzina necessaria a recarsi sul posto di lavoro!
Lavoratori senza dignità, senza speranza, senza futuro.
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MM
di: Vittorio Ramundi
Gestisco da circa due anni e mezzo il blog chiamato Ragazzi di Chieti e spesso ho attaccato il mondo giovani.
Lo farò anche in questa occasione; questa volta rivolgendomi a quei ragazzi che hanno la fortuna e l’onore di sedere in Consiglio Comunale.
Nel Consiglio Comunale di Chieti c’è una bella rappresentanza di giovani dai 25 ai 30 anni. Ragazzi in gamba, capaci, ben inseriti nella vita sociale della città.
Potrebbero fare tanto per questa città, potrebbero impegnarsi a fondo per creare una Chieti più bella, potrebbero dare di più per il ruolo che hanno e rivestono.


Nell’ultima legislatura, ancora in corso, però si sono sentiti poco. Hanno tutte le carte in regola per prendersi un po’ più di spazio, però fin ora, a me è parso il contrario. Lo spazio non se lo sono preso.
Questo spazio web ha sempre cercato di individuare i temi cittadini ed ha sempre cercato di trattarli dal punto di vista di un giovane. Anche in questa occasione farò lo stesso!
Ragazzi che sedete in Consiglio di cosa avete bisogno ancora? Avete un opportunità che non hanno tutti. Ci diamo una mossa?

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Scritto da Vittorio Ramundi, 22-01-2010

Assisto da diversi giorni a scontri, polemiche e battibecchi assurdi ed inutili che non servono alla città di Chieti.

È anche vero che siamo sotto elezioni, nel pieno della campagna elettorale, quindi diventa quasi fisiologico iniziare a “strillare” sui soliti temi che NON riguardano la città!
Purtroppo c’è da constatare che non si trattano i veri problemi. Pensate che nessuno dei candidati, finora, ha espresso il proprio pensiero verso la Ex – Burgo.
Esiste un comitato di cittadini che se ne interessa.
Pensate che nessun candidato ha espresso il proprio pensiero sulla realtà giovanile e su come inserirli nel mondo del lavoro.
Pensate che nessun candidato ha espresso il proprio pensiero verso l’aumento degli spazi verdi in città. Potrei andare avanti ancora ma preferisco fermarmi. Non sono un politico.
Lancio questa proposta (sicuro del fatto che nessuno la raccoglierà): i candidati sindaci e consiglieri dovrebbero, da adesso, esporre il proprio pensiero su questi temi per iscritto.

Cosa volete per la vostra città? Rendetelo pubblico sui siti di informazione locali e sui quotidiani.
“Verba volant, scripta manent”.

Non servono proclami o romanzi, bastano 4 o 5 punti fondamentali. È inutile proclamare, su un palchetto, opere enormi e fare promesse che poi non saranno mai mantenute.
Spero vivamente che si inizi a parlare di programmi e di intenti per Chieti, allo stesso tempo spero vivamente che si finisca con questi “litigi” che al cittadino non interessano più ormai da diversi anni!
Vittorio Ramundi
Ragazzi di Chieti
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L'art. 3 comma 4 della 2000/76/CE (direttiva sull'incenerimento) stabilisce che anche la pirolisi e la dissociazione sono forme di incenerimento dei rifiuti.

- 4) «impianto di incenerimento»: qualsiasi unità e attrezzatura tecnica fissa o mobile destinata al trattamento termico dei rifiuti con o senza recupero del calore prodotto dalla combustione. In questa definizione sono inclusi l'incenerimento mediante ossidazione dei rifiuti nonché altri procedimenti di trattamento termico, quali ad esempio i procedimenti del plasma, sempreché le sostanze risultanti dal trattamento siano successivamente incenerite.
La definizione include il sito e l'insieme dell'impianto di incenerimento, comprese le linee di incenerimento, i luoghi di ricezione e di stoccaggio, le installazioni di pretrattamento in loco, i sistemi di alimentazione in rifiuti, in combustibile e in aria, la caldaia, le installazioni di trattamento dei gas di scarico, le installazioni di trattamento o stoccaggio in loco dei residui e delle acque reflue, il camino, i dispositivi e i sistemi di controllo delle operazioni di incenerimento, di registrazione e di sorveglianza delle condizioni di incenerimento; -

Nell'area della Ex-Burgo l'ipotesi di un impianto di pirolisi o di biomasse (che di bio non hanno proprio niente!) ogni tanto torna alla ribalta. Il progettista e l'Assessore De Cesare ribadiscono che questi impianti sono stati esclusi dal nuovo Accordo di Programma, ma comunque se ne continua a parlare. Giorni fa, su un articolo sul Parco Scientifico Tecnologico, si parlava di un fantomatico impianto nel quale i fanghi di depurazione dovrebbero essere "cotti" a microonde, senza, a dir loro, emissioni di alcun genere. Che l'asino vola lo sanno tutti, no?
Tutto quello che brucia inquina. Emissioni di particelle che inquinano aria, terra e soprattutto noi esseri umani, direttamente o indirettamente. Aumento di tumori, di allergie, e di tantissime altre patologie.
Chieti Scalo anche oggi è alla ribalta per la scoperta dell'ennesima discarica abusiva. Tantissimi impianti di "recupero" rifiuti si trovano qui. La situazione non è forse già abbastanza critica per proporre nuovi impianti a rischio???


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Parco Paglia: da oggi è cantiere, non più discarica

Scritto da Roberto Di Monte, 17-01-2010

Una volta tanto una nota positiva! La discarica nel Parco Paglia a Chieti Scalo, a sole poche decine di metri dal prestigioso Hotel Parco Paglia, è stata rimossa o almeno è in fase di rimozione. Da un paio di giorni l’area che prima era recintata solo in parte ora lo è interamente e ci sono operai al lavoro. Stamattina, sabato 16 gennaio i lavori di pulizia della discarica (abusiva?) erano a buon punto e là dove c’erano cumuli di rifiuti non meglio identificati (principalmente calcinacci ed altri residui probabilmente inerti) ora si respira aria di pulizia.

L’intervento di bonifica segue una segnalazione di chietiscalo.it resa pubblica sul sito www.chietiscalo.it e sul canale di chietiscalo.it su facebook in data 10 gennaio e ripresa dal quotidiano “Il Centro” del 14 gennaio, prontamente raccolta da Silvano Primavera, presidente della società Parco Paglia spa.

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Parco Paglia: cantiere o discarica?

Scritto da Roberto Di Monte, 10-01-2010

Parco Paglia in via Piaggio a Chieti Scalo, un gruppo di capannoni destinati ad artigiani e piccole imprese in cerca di nuovi spazi per espandere la propria attività. Decine di capannoni sono già pronti, tanti già occupati ed altri che verranno occupati a breve. Nel frattempo la domanda di nuovi spazi cresce ed è tutto pronto, presto inizieranno i lavori per la costruzione di nuovi (orrendi) cubi. Tutto pronto si fa per dire, per adesso di pronto c’è solo una barriera di lamiere che impedisce a chi percorre via Piaggio di scorgere quanto stia accadendo all’interno del sito.

Quello che non si vede da via Piaggio si vede però benissimo una volta entrati tra i capannoni già esistenti ed il panorama non è dei migliori. Siamo ad un centinaio scarso di metri dall’Hotel Parco Paglia e quello che i clienti dell’hotel possono vedere dalle finestre delle proprie camere non è certamente un bello spettacolo: gran lusso e sistemazione in quattro stelle circondati da orrendi capannoni, dallo scempio dell’area dell’ex zuccherificio e da una discarica di non meglio identificati materiali. Non è certamente il massimo.

Quanto alla discarica, non so se è stato autorizzato l’accumulo di rifiuti in quell’area, si tratta principalmente di materiali edili, cumuli di calcinacci, piastrelle di diverso materiale, mattoni, cemento, barattoli di vernice vuoti, sabbia, ghiaia, e lastre di altri materiali non meglio identificabili, che per disposizioni di legge non possono essere abbandonati sul terreno, anche se appartenente a privati, ma devono essere necessariamente smaltiti in discarica. C’è anche un piccolo cumulo di detriti di colore rosa, che potrebbe essere formato una qualsiasi porcheria, magari di materiale pericoloso per l’ambiente e per la nostra salute. Il tutto ai confini con il sito dell’Ex-Burgo che ricordo essere in fase di bonifica dall’amianto e da chissà quali altri residui.

“Vox Populi, Vox Dei” si dice in questi casi, e la gente dice che il sito dell’Ex-Burgo, quindi anche del terreno destinato a Parco Paglia, nel corso degli oltre 50 anni di vita dello stabilimento è stato oggetto di interramento di rifiuti di scarto della lavorazione della carta perché prima si faceva così, ma a parte le voci di popolo e le dichiarazioni di qualche vecchio dipendente Burgo, nessuno ha prove sufficienti per fare in modo che qualcuno intervenga.

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MM
Scritto da Redazione, 08-01-2010

È rinato quel fermento giovanile che Chieti, forse, non ha mai conosciuto!

Ragazzi normalissimi che parlano, propongono, discutono, analizzano.

Chi meglio dei giovani ha la freschezza e la voglia di migliorare la propria realtà?!

Oggi questo accade. A Chieti!

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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 06-01-2010

In questi giorni si fa un gran parlare di cosa diverrà l’ex-Burgo una volta terminati i lavori di bonifica del sito. In.Te. è il nome del progetto in fase di realizzazione, ma nessuno sa di cosa si tratti di preciso. Pannelli solari, scuola di volo, biomasse, pirolisi, tradotto in unica parola: confusione. E’ certo che c’è in atto una operazione che porterà a creare qualcosa di innovativo nell’area e che in qualche modo si cercherà di reimpiegare i lavoratori dell’ex-Burgo, ma quello che è incerto è il come verranno riutilizzate le forze lavoro ex-Burgo e se si tratterà eventualmente di lavoro a termine o di assunzioni a tempo indeterminato. Oppure se finirà come per la Ginori, che alla chiusura ha visto assumere in zona, da parte di chi ha rilevato il sito industriale dismesso, meno di una decina di lavoratori (nel silenzio dei sindacati).

Il clima di incertezza è stato creato ad arte, dire che verrà creato un impianto per la produzione di energia mediante pannelli solari è cosa ben diversa dal dire che l’energia verrà prodotta con biomasse o pirolisi; nel caso di pannelli solari sarebbero d’accordo cittadini e lavoratori, nel caso di biomasse o pirolisi sarebbero contenti i lavoratori (pochi, per un impianto di pirolisi ne servirebbero non più di una trentina) ma soprattutto gli imprenditori. A questo punto una cosa è chiara, con biomasse e pirolisi gli imprenditori guadagnerebbero tanto denaro e non possono permettersi di perdere l’occasione, anche a discapito di salute ed ambiente.

Allora cosa fare per non perdere il treno in corsa?
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