MM
Scritto da Roberto Di Monte, 31-12-2009

Ex Burgo, ora si parla solo di ciò che sarà o, meglio, di cosa potrebbe diventare il sito industriale in corso di dismissione, se sarà un nuovo insediamento produttivo compatibile con il nucleo abitato o se diverrà un impianto di pirolisi potenziale produttore di cancro che però dà occupazione.

L’attenzione è posta al futuro prossimo, a quanto pare il presente è stato accantonato definitivamente.

Nel frattempo i lavori di demolizione dell’edificio che ha ospitato per oltre mezzo secolo la Cartiera di Chieti proseguono e nonostante l’allarme lanciato con un esposto da un gruppo di cittadini circa il pericolo amianto, nessun Ente di quelli interpellati sembra dare delle risposte concrete e soprattutto sensate.

Le uniche risposte ufficiali ricevute da quel lontano 14 ottobre 2009, data di inoltro dell’esposto, sono state nell’ordine quella dell’ARTA in data 20.10.2009 che dice di non poter intervenire se non richiesto da altri Enti; quella del Presidente della Provincia in data 22.10.2009 che dice di aver passato la pratica al competente Ufficio; quella della ASL in data 15.12.2009, che “ha effettuato un sopralluogo presso la Cartiera Burgo con sede in Chieti Scalo, Via Piaggio” in data 07.12.2009, quasi due mesi dopo l’esposto.

Bella tempestività!


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MM
Scritto da Redazione chietiscalo.it, 22-12-2009

Dopo la segnalazione giuntaci da un gruppo di abitanti di Brecciarola chietiscalo.it ha fatto un sopralluogo nella frazione limitrofa dedicando un quarto d’ora di filmato “generale” a quelle che sono le problematiche da affrontare nel quotidiano. Grosso modo si riscontrano le stesse disattenzioni valse per le altre zone dove siamo stati: strade, marciapiedi e arredo urbano in generale. Il tallone di Achille di molte Amministrazioni comunali, infatti, sembra essere proprio l’argomento nel quale più di altri dovrebbero brillare: l’urbanistica.

C’è da dire, come ci hanno fatto notare gli abitanti, che finalmente qualcosa pare si stia smuovendo anche a Brecciarola, ma per i pesanti ritardi dovuti alla trascuratezza di tutte le altre precedenti amministrazioni, questo non è assolutamente abbastanza.

Oggi Brecciarola ha un’occasione che Chieti scalo ha visto sfumare e svanire per sempre solo un paio d’anni fa: impostare le linee guida di uno sviluppo ad armatura urbana sostenibile. Gli spazi aperti che consentono di dare una cardinalità infatti non mancano e i cinici interessi politicamente edilizi non sembrano ancora attecchire tra le estese campagne brecciarolesi. Oggi si è in tempo a creare la magliatura entro la quale far sviluppare la città prima che sia lo sviluppo casuale e “insensato” ad imporre una magliatura scomoda agli abitanti.
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 18-12-2009

Esposto depositato il 14.10.2009, la ASL entra in azione il 7.12.2009, dopo quasi due mesi dall’inizio delle operazioni di bonifica e messa in sicurezza dell’area Ex Burgo, alla fine di una delle fasi della lavorazione e va a controllare gli esiti dei monitoraggi effettuati dalla stessa ditta che sta effettuando la bonifica. (in pratica la ditta si controlla da sola)

Quella che potete leggere qui di seguito è la tranquilla risposta della ASL alle nostre preoccupazioni, stanno bonificando dall’amianto il sito dell’ex Burgo e le analisi effettuate dalla stessa ditta che sta effettuando le operazioni di bonifica “hanno dimostrato il non superamento dei valori di concentrazione delle fibre aerodisperse nell’ambiente circostante.”

Attenzione, le fibre non hanno superato i valori (ma quali sono questi valori?) ma sono comunque andate nell’ambiente. E pensare che le analisi si riferiscono alle operazioni di bonifica del solo amianto compatto, relativamente poco pericoloso, ma oggi che stanno trattando quello friabile, altamente pericoloso, quante particelle finiranno o sono già finite nell’aria e capiterà di dover respirare?

Siamo ancora entro i parametri o se abbiamo respirato amianto lo sapremo solo alla fine dei lavori?

E poi, quali sono questi parametri? Sarei curioso di vedere lo scostamento del risultato dei monitoraggi con ciò che prevede la Legge.

Anche se sono convinto che la ditta stia operando correttamente usando tutti i sistemi idonei per una buona attività di prevenzione, io starei molto più tranquillo se la ASL fosse più presente sul cantiere e soprattutto se effettuasse una serie di controanalisi pubblicizzando i dati rilevati.

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MM

Fonte: terranauta.it
"Il problema dell’amianto è troppo spesso sottovalutato poiché questo materiale ha avuto anche nel nostro Paese un’enorme diffusione dal dopoguerra sino agli anni 70. Si può dire che sia presente in ogni città e gli interventi di rimozione, pur essendo rigidamente normati, sono spesso lenti e in molti casi non ancora effettuati. Le conseguenze di questa forma d’inquinamento sono ormai conosciute anche se l’evoluzione di queste non è perfettamente nota.
Basti pensare infatti che è stato stimato che l’apice delle forme tumorali a causa dell’amianto sarà riscontrabile tra il 2015 ed il 2020."
"Il processo di Torino non costituisce solo la risposta dovuta dallo Stato nei confronti di una situazione così grave, ma anche un monito per tutti coloro che continuano ad essere ciechi e sordi rispetto ai criteri di precauzione che devono sempre essere adottati quando non si è in grado di escludere scientificamente che determinate materie o sostanze possano compromettere la salute e l’ambiente"

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MM
Arturo
Fonte: AA: vittime amianto cercasi

Salve a tutti,
mi chiamo Laura e scrivo da Siracusa. Lo scorso 19 novembre mio padre ci ha lasciati per un mesotelioma pleurico. Dieci giorni prima ero del tutto ignara di questo male killer. Ecco la nostra storia: papà è un metalmeccanico che ha lavorato nel petrolchimico di Siracusa per più di trent'anni (nel 1998 va in pensione). Essendo conosciuto nell'ambiente lavorativo gli viene offerto di lavorare come consulente ( a casa i soldi non bastano mai, siamo 5 figli, una famiglia monoreddito come si dice oggi). Papà in questi anni lavora in Sud America e in Tunisia, è contento così riuscirà a pagare il mutuo della tanta sofferta casa. Arriviamo allo scorso settembre, a metà mese ritorna a casa e accusa dei forti dolori alle spalle, è dimagrito molto. Lo persuadiamo a fare dei controlli medici, la radiografia ci dice che quei dolori sono dovuti ad artrosi. Lo persuadiamo a non partire ma papà dice che stringerà i denti per ritornare a fine novembre. Papà tornerà il 28 ottobre a seguito di un gonfiore all'addome. Tornerà moribondo per lasciarci il 19 novembre, giorno del compleanno di mamma. VENTITRE GIORNI DI DOLORE E DI STRAZIO. E' al decimo giorno che i medici ci dicono che papà ha un mesotelioma pleurico e che ha 4/6 mesi di vita. Purtroppo i loro conti non tornano perchè papà ci lascia dopo 13 giorni. Le sue grida di aiuto,la nostra impotenza mi tormentano. Mio padre ha lavorato una vita, ha dato la sua vita e d il lavoro c'è l'ha strappato per sempre. Di amianto si muore ancora ma se ne parla poco. A te papà lo devo, con la riservatezza, li tuo silenzio che ti ha sempre contraddistinto, a te papà daròla mia voce.
Ciao papà, ciao Arturo.
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MM
Sull'amianto c'è moltissimo materiale da studiare, ma una sola conclusione: l'amianto uccide.
(Fonte news amianto: GrinArt)
Il web è pieno di informazioni, consigli, approfondimenti. Tante le leggi emanate e purtroppo tanti i morti...
A tutt'oggi c'è però ancora qualcuno che l'amianto non sa ancora cos'è, che non dà il giusto peso a questo veleno invisibile.
E si continua a morire...
Il processo della "Eternit" è in corso, ma tantissimi malati non sono stati ancora classificati nè risarciti per le terribili malattie provocate dall'amianto.
Qui, proprio vicino le nostre case, stanno smaltendo una quantità di amianto notevole, quando sappiamo che una sola singola fibra può provocare il temibile mesotelioma (cancro del polmone).
Su questo sito trovate alcune foto delle procedure obbligatorie per lo smaltimento:
http://www.ricoperture.it/amianto-friabile/confinamento/confinamento.htm
Riportiamo qui di seguito alcune di quelle foto
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 30-11-2009

Il tempo trascorre inesorabile e le operazioni della messa in sicurezza dell’edificio ex Burgo dall’amianto procedono regolarmente. Amianto, una parola che evoca paura, è un materiale che è stato accertato in modo inequivocabile essere causa di alcune patologie incurabili a carico dei polmoni. Se le operazioni di bonifica dell’ex Burgo dall’amianto non dovessero essere eseguite correttamente, il pericolo per la nostra salute potrebbe raggiungere livelli di allerta elevatissimi, non dimentichiamo che le patologie causate dall’amianto possono manifestarsi anche dopo 20 anni dalla inalazione di una sola particella.

Il timore di ciò che potrebbe accadere ha spinto un gruppo di cittadini a cercare di saperne di più e a rivolgersi alle autorità competenti per ottenere una risposta che tranquillizzi tutti. Un esposto depositato nei giorni 14 e 15 ottobre al protocollo di una decina di diversi Enti, tra cui Comune di Chieti, Provincia di Chieti, ASL, Arta, Questura, Prefettura, ecc. ha avuto fino ad oggi solo due risposte ufficiali, la prima dall’ARTA che dice di non poter intervenire senza una richiesta ufficiale da altri Enti, la seconda dal Presidente della Provincia che dichiara di aver passato la documentazione all’Ufficio Provinciale preposto.

Per il resto solo delle rassicurazioni verbali circa l’azione di controllo di ASL e Vigili Urbani, ma nulla di certo, solo parole di cui dobbiamo fidarci. Un ristretto gruppo di cittadini in data 2 novembre è stato in riunione con il Sindaco Ricci, il quale in quell’occasione con fare molto sicuro tranquillizzò tutti dicendo che avrebbe messo in atto tutto quanto in suo potere per fare in modo che tutto proceda per il verso giusto.

In effetti il Sindaco è la massima autorità in casi del genere, è colui che con un’ordinanza può fare in modo che vengano rispettate tutte le misure di sicurezza necessarie ed anche che ASL ed ARTA intervengano per effettuare tutti i monitoraggi previsti dalla legge. E’ quasi passato un mese da quel 2 novembre, il silenzio del Sindaco, così come la lentezza della burocrazia, cominciano a preoccupare i cittadini ancor di più dell’amianto stesso. Comincia a crescere il senso di angoscia e di impotenza di chi, agendo in nome di un sacrosanto diritto, si rivolge alle autorità ed in cambio riceve solo una pacca sulla spalla e null’altro.



Adesso non è il momento di pacche sulla spalla, presto l’edificio dell’ex cartiera verrà demolito e non sappiamo come, ed il timore che venga buttato giù col tritolo così come è stato già per altri edifici ex Burgo comincia a farsi strada prepotentemente. Allora sarebbe un bel guaio, l’edificio è praticamente farcito di amianto ed in particolare di quello friabile utilizzato per la coibentazione delle tubature, e se anche incolpevolmente una parte dell’amianto rimanesse all’interno dell’edificio, in caso di esplosione il pericolo di contaminare una grossa area sarebbe esageratamente probabile.

Perché nonostante le richieste formulate in via ufficiale non si riesce ad avere nessuna risposta concreta?
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 29-11-2009

Capita spesso di vedere operai intenti alla manutenzione dello spazio verde dello spartitraffico sulla Colonnetta, quello che agevola l’accesso allo scorrimento veloce per intenderci, così come capita di vederli spesso in Piazzale Marconi per tenere in ordine quel poco di verde che ancora c’è. Ma capita di vederli solo là, altrove allo Scalo è possibile vedere zone con arbusti messi a dimora ma ormai rinsecchiti dalla mancanza della mano dell’uomo oppure soffocati dalle erbacce, così come è possibile vedere intere vie con spazi creati appositamente per mettere a dimora arbusti o piante da fiore, ma assolutamente vuoti, ancora in attesa che qualcuno si preoccupi almeno di tenere mossa la terra prima della tanto attesa piantumazione.

Via Vasto e via Ortona sono il simbolo di quanto affermo, lavori di manutenzione straordinaria per il rifacimento di marciapiedi, strada e sottoservizi sono stati decisivi per riportare il quartiere ad un minimo di decenza, adesso manca solo la ciliegina per completare la torta. I residenti, ma ancor di più i negozianti della zona, ormai sono stanchi di aspettare la ciliegina che non arriva e di ritrovarsi ogni giorno di fronte ad una incompiuta ai limiti della decenza e si sono attrezzati con vanghe, zappette e palettine, improvvisandosi giardinieri.

Il quadro che si è ormai delineato è quello di una via ordinata però solo a macchia di leopardo, dove alcune zone davanti alle attività commerciali sono state ben curate ed ornate con piante da fiore o piccoli arbusti, ma lontano dai negozi solo spazi abbandonati alla mercè delle erbacce o, ancora peggio, ad uso sgambettamento per cani con tanto di zona cesso da concimare per bene con escrementi vari. La buona volontà di alcuni cittadini che va a coprire le mancanze dell’Amministrazione Comunale andrebbe premiata, quantomeno fornendo loro piante più adatte anche per rendere omogenei gli spazi verdi, limitando il personalissimo fai da te che, benché sempre meglio del nulla, può dare comunque un aspetto disordinato al posto.
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MM
Discarica abusiva in località S. Salvatore a Chieti.
E meno male che hanno pulito!! Domenica scorsa qui c'era una enorme quantità di rifiuti, per lo più ingombranti, accatastati alla meno peggio in questo spazio. La zona è San Salvatore, lungo la fondovalle. Ieri la situazione era questa:

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MM
Ricercatore della NASA sviluppa un sensore chimico per iPhone
Fonti: GRIN Ar&T - Melablog

Jing Li, ricercatore in fisica presso il prestigioso Ames Research Center di NASA in California, ha realizzato un dispositivo capace di analizzare la composizione chimica dell’aria.
La particolarità di tale dispositivo è la sua compattezza: è stato pensato per essere integrato nei comuni telefoni cellulari. Il prototipo è provvisto di ben 16 nano-sensori capaci di analizzare il contenuto dell’aria e calcolare le percentuali di ammoniaca, cloro, gas metano etc.
Il chip è in grado di collezionare e poi veicolare i dati ottenuti attraverso la rete telefonica tradizionale oppure attraverso la tecnologia wi-fi. L’impiego auspicato per tale dispositivo è quello di massa: una forte integrazione nei cellulari potrebbe convogliare grandi quantità di dati a centri di ricerca, che li elaborerebbero a fini scientifici.
Con quale probabilità l’auspicio possa avverarsi, è opinabile, tuttavia è curioso il fatto che un ricercatore NASA abbia scelto di realizzare il suo prototipo, proprio sul telefono Apple.
[Via NASA.gov]


Con uno strumento come questo, in occasione degli ormai famosi incendi di Chieti Scalo, avremmo avuto sicuramente più certezze sugli inquinanti emessi e respirati.
La tecnologia a quanto pare c'è, speriamo venga messa in pratica.
A Chieti Scalo comitati e cittadini si stanno battendo da anni per avere un monitoraggio dell'aria. Sul sito dell'Arta Abruzzo sono evidenziate le centraline attive sul territorio.
Peccato che i dati siano fermi al 9 settembre 2008 e che Chieti non compaia nell'elenco delle centraline monitorizzate costantemente.
Peccato anche che nella relazione delle attività per il 2008 non ci siano dati relativi al monitoraggio dell'aria (tabella 5.2 pag. 36).
Anche per il moniraggio sull'amianto non stiamo messi meglio: a pag. 32 la tab. 3.12 evidenzia come ci siano valori "0" per campioni analizzati e determinazioni analitiche. Vedremo se nel resoconto 2009 le cose andranno meglio o peggio...
Intanto aspettiamo che prototipi come questo vengano messi in produzione.
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MM
Noi facciamo domande, loro non ci danno risposte.
E poi.... il silenzio.
Lo sfinimento. Questa la "tecnica" per mettere tutto e tutti a tacere, per far sì che anche i lettori dicano "ma che p.... sta storia!" quando leggono e rileggono le stesse medesime cose.
Noi siamo stanchi di scrivere, di gridare, di manifestare il nostro dissenso di fronte a quella politica che potrebbe "fare" ma che preferisce non sentire.
Troppi sono i problemi ambientali della nostra città, troppi quelli della regione, troppi quelli dell'intero paese. Ma è dal singolo che bisogna ripartire, dall'imparare il rispetto per se stessi e per il nostro prossimo. Questo forse chi "comanda" l'ha dimenticato...
Perdonatemi questa premessa, ora passo al "dunque".
Noi di chietiscalo.it ci stiamo battendo per un nostro diritto, quello alla salute. E anche quello all'informazione, ma entrambi vengono un po' messi da parte, vuoi per interessi economici, vuoi per trascuratezza, vuoi per incoscienza.
Abbiamo presentato un esposto sui lavori di smantellamento dell'amianto nella ex-Burgo, spaventati dalla comprovata pericolosità di questo materiale. Sono usciti alcuni articoli sui giornali, il Sindaco si è espresso a nostro favore. Purtroppo però mancano i fatti. Mancano le carte, mancano le risposte.
Oggi leggo sui giornali articoli che inneggiano agli accordi per il progetto In.Te., che nascerà dalle ceneri della Burgo.
Tutto bene. Tutto bene per gli operai, tutto bene per il lavoro, tutto bene per la riqualificazione. Tutto bene.
E l'amianto? E le bonifiche ambientali? Boh, chi lo sa!
Ci hanno detto che era tutto a posto, che tutto si sta facendo "a regola d'arte", ma il "piano di lavoro" non si trova, dei risultati dei controlli sulla dispersione di amianto non se ne vede l'ombra.
Nel frattempo i lavori vanno avanti, e sono tutti contenti.
Leggo, sull'articolo de Il Centro del 14/11/09:
"Le aziende disposte ad assorbire il maggior numero di lavoratori sono quelle che daranno vita alla cittadella dell'energia rinnovabile. -Stiamo parlando della cooperativa Area che recuperererà gli imballaggi di legno, plastica e ferro e carta assicurando, poi, una distribuzione differenziata - dice Marrone della Cisl - e della Tecnofin che dovrebbe produrre energia a certificazione verde con materiali di risulta."
"Ma bisogna fare in fretta. Servono, in particolare, autorizzazioni, permessi e coordinamento tra le varie attività, burocratiche e non, da portare a termine prima dell'inaugurazione del nuovo corso della vecchia cartiera".
E ancora:
"Sarà minore l'impatto ambientale del nuovo insediamento rispetto al passato considerando che prima la cartiera aveva una caldaia a gas mentre il progetto In.Te. prevede la produzione di energia a certificazione verde con materiali di risulta."
Paura.
Paura per i controlli che non si fanno o non si sanno, paura per la futura demolizione della Burgo, paura per questa famigerata "produzione di energia a certificazione verde" che mi sa tanto di inceneritore...
Paura per la trascuratezza di tutto e di tutti verso i temi ambientali, paura per questi ignobili trucchetti di mimetizzare con le energie rinnovabili l'incenerimento, che non ha nulla a che fare con l'ecologia...
Ormai chiamano "biomasse" tutte le schifezze bruciabili... Emissioni ed inquinamento non contano...
Ma bisogna "fare in fretta" per gli operai che hanno perso il lavoro, per la "riqualificazione" di un territorio già devastato da tanti punti di vista...
E' questa la riqualificazione?
Chieti Scalo ha una situazione di inquinamento ambientale a dir poco spaventosa. L'ordinanza di divieto d'uso dei pozzi e di coltivazione, le vecchie discariche interrate risalenti agli anni 60, i residui di lavorazione delle industrie sparsi qua e là sul territorio. Situazioni che aspettano le bonifiche, intralciate dalla infinita burocrazia. Ma a Chieti Scalo hanno costruito il grande Villaggio del Mediterraneo, a Chieti Scalo vogliono "riqualificare" la zona industriale, a Chieti Scalo, con il progetto PRUSST, vogliono continuare a costruire grandi insediamenti commerciali (quest'ultimo a ridosso del fiume Pescara, vicino Megalò. La richiesta di V.I.A. era già stata negata dalla Regione). Cemento, cemento ed ancora cemento su un'area già tanto martoriata...
In questi tempi di crisi, il lavoro non c'è, i soldi non ci sono, che ce ne facciamo di un altro centro commerciale se non abbiamo soldi da spenderci?
I locali del Centauro sono quasi vuoti, così come quelli della Conad della Colonnetta, quelli di Mall, e chissà quanti altri. I negozi chiudono perchè non riescono a vendere. Apriamo un altro centro commerciale?
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MM

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MM
L'inchiesta del TG1 sui veleni in Italia.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-49fe1052-f31e-406b-aee7-d520585f2551.html
La prima parte è sull'Amianto. L'articolo di oggi sulla Ex-Burgo: tutto tace.
Poi petrolchimico...
Qui in Abruzzo vorrebbero costruire un "nuovo" petrolchimico (Centro Oli Ortona). Petizioni su petizioni di cittadini non contano.. A dicembre scade la moratoria: cosa vogliamo fare?
Purtroppo anche qui abbiamo tante, troppe emergenze ambientali...
Cosa stiamo aspettando per bonificare???
E quando la smettiamo di distruggere il nostro ambiente???
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MM
06/11/2009
Legambiente presenta il rapporto sullo stato del risanamento dei siti inquinati da amianto in Italia

“Emergenza nazionale. Urgente spostare la gestione dell’iter delle bonifiche dal Ministero agli Enti locali e istituire il fondo nazionale per i siti orfani”

75mila ettari di territorio contaminato da fibre di amianto che, in attesa della bonifica dei siti, continuano a mettere a rischio la salute dei cittadini. Anni e anni di battaglie sostenute da associazioni, comitati, sindacati per mettere in sicurezza il territorio e riconoscere i diritti delle famiglie dei lavoratori danneggiati - e in molti casi, purtroppo, uccisi – dalla sostanza estratta, lavorata, smaltita, abbandonata. Oltre 9mila casi di mesotelioma pleurico, il tumore dell’apparato respiratorio strettamente connesso all’inalazione della fibra di amianto riscontrati in Italia dal 1993 al 2004, con una esposizione che nel 70% dei casi è stata di tipo professionale.

Questi, in estrema sintesi, i temi di Liberi dall’amianto, il dossier di Legambiente presentato a Torino, nel corso della seconda conferenza nazionale non governativa “Amianto e giustizia”, promossa da un vasto cartello di associazioni tra cui AIEA (associazione italiana esposti amianto), Legambiente, Medicina Democratica nazionale e Isde (Medici per l’Ambiente), alla quale hanno aderito anche le sigle sindacali CISL, FIM CISL, CUB, COBAS, CGIL, FISMIC, FIOM CGIL.

L’amianto in Italia è presente in molte zone e in varie forme: da quello naturale che emerge in superficie e giace all’aria aperta nelle miniere abbandonate da almeno vent’anni, a quello grezzo contenuto in sacchi malamente stoccati nei magazzini o nei piazzali degli stabilimenti produttivi, fino a quello miscelato con il cemento nella classica ondulina dei tetti e nelle tamponature degli edifici industriali o domestici degli anni ’70 e ’80 presente diffusamente in tutta Italia.

Ma i numeri eccezionali dei casi di mesotelioma alla pleura si spiegano anche con il record non invidiabile della produzione di amianto che deteneva l’Italia fino al 1992, di secondo produttore europeo con oltre 3,7milioni di tonnellate di amianto grezzo estratto, prodotto e commercializzato in tutto il Paese, con alcune situazioni eccezionali. Come il caso del milione di metri quadrati utilizzati nelle coperture di edifici privati di Casale Monferrato (Al), ai 45milioni di m3 di pietrisco di scarto contaminato utilizzato per il rimodellamento dei versanti e delle valli circostanti la miniera di Balangero (To), passando per i 90mila m3 di fibra contenuti nello stabilimento produttivo di cemento amianto nella città di Bari, fino ad arrivare ai 40mila big bags con rifiuti d’amianto prodotti fino ad oggi nella bonifica di Bagnoli a Napoli.

Numeri da vera e propria emergenza nazionale, che indicano con chiarezza i rischi per una parte dei cittadini nel nostro Paese, che vivono in quei 75mila ettari di territorio interessati dalla presenza dell’amianto e inseriti nel Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’ambiente. Ci sono ampie porzioni di province come quella di Alessandria - con Casale Monferrato e 47 comuni limitrofi costruiti con l’amianto -, città come Napoli (a Bagnoli) e Siracusa caratterizzate dalla presenza di stabilimenti di produzione di cemento amianto nelle loro zone industriali, comuni come Bari e Broni (Pv) che ancora oggi ospitano nel centro abitato importanti siti produttivi dismessi che lavoravano la fibra killer, fino ad arrivare alle miniere di Balangero (To), la più grande d’Europa, ed Emarese (Ao) da dove veniva estratto il minerale prima della lavorazione nelle cementerie italiane e non solo.

“Nonostante l’urgenza sanitaria - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – le bonifiche vanno a rilento, grazie anche all’inefficiente gestione da parte del Ministero dell’ambiente delle conferenze dei servizi per la valutazione eautorizzazione dei piani e dei progetti per la bonifica. Bisogna spostare la gestione dell’iter in ambito locale, presso le Regioni o i Comuni, assicurando al Ministero e agli enti tecnici nazionali il compito di supportare, verificare e indirizzare il procedimento, garantendo ai cittadini trasparenza e disponibilità delle informazioni sullo stato di avanzamento del risanamento ambientale”.

Sono almeno 2mila all’anno le morti causate dall’esposizione all’amianto nel nostro Paese: circa 900 per mesotelioma pleurico, altrettanti per il tumore ai polmoni, il resto per il tumore alla laringe e alle ovaie. Ma altre fonti parlano addirittura di 3-4mila decessi all’anno.

I settori lavorativi che più hanno esposto i lavoratori all’amianto sono stati l’edilizia, i cantieri navali e ferroviari, l’industria pesante (metalmeccanica e metallurgica) e ovviamente quella del cemento amianto.

Tutti questi dati purtroppo sono destinati a crescere alla luce del periodo di latenza della malattia. Gli epidemiologi prevedono infatti un aumento delle malattie in individui in precedenza esposti nell’ambiente professionale ma anche domestico, in alcune decine di migliaia di casi nei prossimi anni.

E proprio per l’elevato numero di persone coinvolte e per la gravità della situazione sanitaria, la questione amianto è finita nelle aule di tribunale. Nell’aprile 2009 si è finalmente aperto, a Torino, il processo a carico dei responsabili della società Eternit S.p.A., gestore degli stabilimenti di Cavagnolo (To), Casale Monferrato (Al), Bagnoli (Na) e Rubiera (Re), per i danni prodotti alla salute degli operai nelle lavorazioni da amianto, ritenuta responsabile della morte e della malattia di migliaia di persone. Contro i due proprietari della Eternit - lo svizzero Schmidheiny e il barone belga De Cartier De Marchienne - imputati di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e disastro colposo, si sono costituiti Parte civile in tantissimi tra famigliari, comitati e associazioni, Legambiente in primis. A fine luglio c’è stato il rinvio a giudizio dei due imputati nel processo che partirà nel capoluogo piemontese il prossimo 10 dicembre. Ma ci sono anche la Fibronit e la Sacelit tra le aziende protagoniste di queste lavorazioni, i cui stabilimenti produttivi sono oggetto di interventi di bonifica, presi in esame nel dossier di Legambiente, realizzato con non poche difficoltà, per la collaborazione solo parziale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Nello specifico, questo lo stato attuale delle bonifiche: a Casale Monferrato, dove negli anni ’70 lo stabilimento Eternit produceva il 40% del totale nazionale di cemento amianto, dal 1998 (data di entrata nel Programma nazionale del Ministero), sono state portate a termine le bonifiche dello stabilimento e della sponda destra del fiume Po (sono state risanate 54mila m2 di superfici e 6.500 m2 di spiaggia inquinata con lo smaltimento totale di 28.500 m3 di materiale contaminato), di 125mila m2 di coperture di edifici pubblici, di 420mila m2 di coperture private (su un totale di 1 milione) e di 60 aree tra sottotetti e cortili contaminati da polverino d’amianto per una superficie interessata di 18.500 m2.

Nello stabilimento Eternit di Bagnoli invece, nei 20 ettari risultati contaminati dall’amianto, dopo la rimozione di oltre 25mila tonnellate di materiali inquinati mediante 40mila big bags, la bonifica è arrivata al 40-45% dell’ultimo lotto dei lavori preventivati e la conclusione definitiva è prevista per i primi mesi del 2010.

Qualche passo in avanti, anche se solo negli interventi di messa in sicurezza, c’è stato anche sull’impianto Fibronit di Bari e su quello Eternit di Siracusa.

Nello stabilimento del capoluogo barese sono stati completati la caratterizzazione dell’area e gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza; è stato approvato con prescrizioni il progetto preliminare per la realizzazione del parco pubblico a cura del Comune e si è in attesa del progetto definitivo.

Nel sito siracusano invece sono stati eseguiti gli interventi d’emergenza sullo stabilimento, sulla scogliera e sull’area a mare con la rimozione e lo smaltimento di circa 12.500 tonnellate di materiali contaminati da amianto, per una spesa complessiva di circa 24,5milioni di euro.

Per quanto concerne invece i restanti siti di interesse nazionale, continuano gli imperdonabili ritardi sugli interventi di messa in sicurezza d’emergenza, sulle caratterizzazioni e sui progetti preliminari e definitivi di bonifica. È il caso di Broni, in provincia di Pavia, nel Programma nazionale di bonifica dal 2002, dove a causa della mancanza di risorse economiche, sono stati eseguiti solo gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza e il piano di caratterizzazione dell’area Fibronit, mentre queste operazioni preliminari non sono state completate nelle aree Ecored e Fibroservice. Ad oggi, il completamento della bonifica del sito, previsto inizialmente per il 2013, ha già subito un ritardo di almeno un anno rispetto al programma preventivato.

Sulla miniera di Emarese, in provincia di Aosta, sito nazionale dal 2001, sono stati realizzati solo gli interventi di messa in sicurezza di emergenza. Il piano di caratterizzazione è stato approvato nel 2005 mentre ad oggi risultano approvati il progetto preliminare di tutto il sito e il progetto definitivo del primo stralcio del cratere della cava. Nel frattempo sono sorti profondi dissensi tra il Ministero dell’ambiente e gli enti locali, che rischiano di spostare ulteriormente la data di completamento dei lavori di bonifica.

I ritardi non mancano neanche sulla bonifica della miniera di Balangero (To), classificato come uno dei 15 siti di interesse nazionale addirittura nel 1998. Qui sono stati realizzati solo alcuni interventi di messa in sicurezza d’emergenza sulle due discariche a cielo aperto, sulle vasche di decantazione e degli stabilimenti produttivi dove, a causa della frammentazione delle proprietà, il percorso di risanamento ambientale risulta ancora più difficoltoso.

“Bisogna trovare le risorse economiche per bonificare i “siti orfani” (gli stabilimenti produttivi di aziende fallite) attraverso la creazione di un Fondo nazionale sul modello del Superfund statunitense – ha concluso Ciafani - e mettere in campo una campagna informativa sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre di amianto dovuta al deterioramento e allo smaltimento illegale delle strutture in cemento-amianto dismesse. Non c’è tempo da perdere per fare giustizia, riconoscere i diritti delle vittime e delle loro famiglie, e evitare che tutto questo possa ripetersi ancora nel futuro”.
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MM

Non dimentichiamo...


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MM
Fonte: http://amiantocasale.blogspot.com/2009/11/torino-si-parla-damianto.html
Torino ospita, dal 6 all'8 novembre, la seconda conferenza nazionale sull'amianto, dal titolo "Amianto e giustizia".
Questo avviene a poco più di un mese dall'inizio, al tribunale di Torino, del più importante processo mai celebrato in Europa per casi di morte e malattie professionali causate dall'esposizione all'amianto.
Secondo gli organizzatori della conferenza "Servono, prima di tutto, le bonifiche ambientali, in sicurezza, prive di rischio per gli abitanti e i lavoratori".
Torino è lontana, ma l'amianto no...
L'esposto per lo smaltimento dell'amianto alla Ex-Burgo ha fatto parlare i giornali per qualche giorno, ma nonostante l'incontro dei cittadini firmatari con il Sindaco, avvenuto qualche giorno fa, a oggi tutto tace. Vogliamo dare al Sindaco il tempo per attivarsi, ma nel frattempo l'amianto viene smaltito e noi vogliamo delle risposte.
Era perfettamente a conoscenza del "problema amianto" ma ci ha rassicurato che tutto sta avvenendo "secondo legge". Ha scongiurato assolutamente l'ipotesi di approvare una eventuale demolizione con esplosivo della Ex-Burgo, evento che sarebbe sicuramente pericoloso anche a bonifica avvenuta.
Al Sindaco è stato chiesto di verificare se si è avviato il monitoraggio ambientale previsto dal DM 06.09.94 (Le norme relative agli strumenti necessari ai rilevamenti e alle analisi del rivestimento degli edifici, nonchè alla pianificazione e alla programmazione delle attività di rimozione e di fissaggio e le procedure da seguire nei diversi processi lavorativi di rimozione previste dall'art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, nonchè le normative e metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l'amianto, previste all'art. 6, comma 3, della legge medesima sono riportate nell'allegato al presente decreto: Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie).
Al punto 11 del Decreto viene specificato:
11) Monitoraggio ambientale
Durante l'intervento di bonifica dovrà essere garantito a carico del committente dei
lavori un monitoraggio ambientale delle fibre aerodisperse nelle aree circostanti il
cantiere di bonifica al fine di individuare tempestivamente un'eventuale diffusione di
fibre di amianto nelle aree incontaminate.
Il monitoraggio deve essere eseguito quotidianamente dall'inizio delle operazioni di
disturbo dell'amianto fino alle pulizie finali. Devono essere controllate in particolare:
- le zone incontaminate in prossimità delle barriere di confinamento;
- l'uscita del tunnel di decontaminazione o il locale incontaminato dello spogliatoio.
Campionamenti sporadici vanno effettuati all'uscita degli estrattori, all'interno
dell'area di lavoro e durante la movimentazione dei rifiuti.
I risultati devono essere noti in tempo reale o, al massimo, entro le 24 ore
successive.

Dove sono i risultati di questi monitoraggi? Cosa stanno facendo all'interno del cantiere? Quando è prevista la demolizione? Come verrà effettuata?
Dalla stampa Merlino aveva dichiarato che avrebbe presentato il suo progetto di demolizione, e che se non fosse stato approvato avrebbe spostato la costruzione del suo progetto in altro luogo. Ho già espresso in altro articolo le mie perplessità su questa dichiarazione. Ora, però, tutto è tornato a tacere, e in questo silenzio assordante la paura torna a salire. "Tempi tecnici" e burocrazia fanno paura anche più dello stesso amianto, come paventato anche da Di Monte nel suo articolo.
Nel frattempo che le carte girano, l'amianto vola...
La situazione di inquinamento a Chieti Scalo è già tragica sotto tanti punti di vista, un abbattimento sconsiderato di una fabbrica piena di amianto qual'è la Ex-Burgo sarebbe soltanto la ciliegina sulla torta. Ma noi questa ciliegina non la vogliamo.
Al Sindaco chiediamo di muoversi, di farsi portavoce dei suoi cittadini, come rappresentante e responsabile della salute di tutti noi.
Alla Asl chiediamo di fare le opportune verifiche di sicurezza e di commissionare i controlli sul territorio, a prescindere da quelli che le ditte stesse di smaltimento devono effettuare.
I cittadini hanno diritto di essere tutelati da questo pericoloso materiale, che in fase di smaltimento e movimentazione può diventare, se non trattato con tutti gli accorgimenti del caso, un pericoloso killer.
Il tumore indotto dall'inalazione d'amianto, il mesotelioma, ha un tempo di latenza di circa 30 anni. Tra tutti questi anni chissà chi ancora si ricorderà della Ex-Burgo...
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MM
L’Unione Europea ha adottato il principio di precauzione che stabilisce: in un clima di incertezza sanitaria ed ambientale nessun Ente pubblico può deliberare la costruzione di impianti insalubri di cui, appunto, non si conoscano i rischi in assenza di certezze scientifiche. Per tutti quegli impianti già esistenti, invece, la letteratura medica internazionale fornisce precise indicazioni sui rischi sanitari ove siano stati costruiti impianti di incenerimento.

A Parma hanno deliberato la costruzione di un inceneritore. Qui in Abruzzo hanno dichiarato che la Regione è favorevole alla costruzione di inceneritori.
In questo articolo viene spiegato il perchè del NO agli inceneritori, con leggi e studi scientifici. Vi invito a leggerlo.
Ribelliamoci a queste fabbriche di morte.
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MM
Non bastano i malati di cancro, non bastano gli studiosi che evidenziano in modo inequivocabile la nocività degli inceneritori, non bastano le mobilitazioni di cittadini e associazioni contro questa idea malsana di guadagnare a costo della salute delle persone.
Anche qui in Abruzzo vogliono "concedere" questi "importanti impianti"....
Ora "ufficialmente" i cosiddetti "termovalorizzatori" verranno anche qui.
Finora li hanno mimetizzati con nomi altisonanti come "impianti di recupero energetico a biomasse" e simili, e si moltiplicano le domande di concessioni, dappertutto.
Guadagnare con i rifiuti pare che sia l'idea "geniale" del momento, senza considerare che l'errore di un momento può rivelarsi fatale per anni e anni...
Siamo pieni di rifiuti, questo è vero, e non possiamo certo nasconderli sotto il cuscino. Le discariche sono pericolose, anche quelle hanno molti fattori di rischio, ma se si incentivassero comportamenti virtuosi, se si spingesse verso le valide alternative (come la raccolta differenziata spinta), se si riuscisse finalmente a capire che il recupero, il riuso, il riciclo e la riduzione dei rifiuti sono le strade da seguire, questi maledetti cancrovalorizzatori non avrebbero più modo di esistere.
Vogliono incentivare la raccolta differenziata, così ,"per legge", sono autorizzati a costruire queste fabbriche di morte. Esiste infatti una norma per la quale se non arrivi almeno al 40% di raccolta differenziata non puoi costruire questo "mostro". In pratica, se sei bravo e differenzi, per premio ti danno un bell'inceneritore!!!
E' assurdo... Com'è assurdo che mettano a fare gli assessori all'ambiente quelli che l'ambiente lo vogliono distruggere, quelli che per il problema del petrolio in Abruzzo non hanno mosso un passo e che, al contrario, incentivano cemento su cemento con la scusa del turismo.
L'Abruzzo era la regione verde d'Italia. Ora è solo una regione martoriata da mille problemi, con la discarica tossica più grande d'Europa che a distanza di quasi tre anni non è ancora stata messa in sicurezza, con problemi ambientali e sanitari da far paura...
Siamo noi i diretti responsabili della terra su cui viviamo. Siamo diventati noi, singoli cittadini, quelli che, anche attraverso le associazioni, devono studiare e imparare quelle "leggi ambientali" che i politici stessi redigono, ma che poi non applicano!
Associazioni come il WWF si battono da anni per la lotta per l'ambiente, a volte anche "contro" quei cittadini che non ne vogliono sapere di queste cose, che si definiscono "disinteressati" all'argomento.
Tu, che sei stato a casa quando i tuoi concittadini manifestavano anche per te per la tutela del tuo territorio, quando critichi "quegli sciocchi ambientalisti", quando dici che l' "ambientalismo è di sinistra", quando cerchi di delegittimare il WWF dicendo che "è troppo politicizzato", quando davanti all'evidenza più sfacciata ancora dici "non lo sapevo", che fai, aspetti che un tuo amico o parente si ammali per renderti conto del danno che fai a te stesso e agli altri?
Purtroppo chi dovrebbe tutelarci non lo fa, e dobbiamo essere noi stessi a spingerli a fare il proprio dovere.
Con chietiscalo.it cerchiamo di dare "suggerimenti" all'amministrazione per quanto riguarda la vivibilità cittadina, con il WWF per la vivibilità ambientale.
Faccio parte di queste due associazioni e me ne vanto. Faccio del mio meglio e mi metto in gioco anche per quelli che non lo meriterebbero... Ma la lotta è dura, bisogna unire le forze.
Le associazioni hanno bisogno di persone volenterose che collaborino insieme per fini comuni.
Hanno bisogno di fondi. Hanno bisogno di persone competenti.
"Muovi il c..." dalla tua poltrona e vieni anche tu!
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MM
di: Roberto Di Monte
Era naturale la risposta dell’Ing.Merlino dopo gli articoli usciti sui quotidiani di lunedì 26 ottobre, sulle operazioni di bonifica del sito industriale dell’ex Burgo. Una risposta pepata, che pone come questione centrale il “fastidio” recato da noi cittadini preoccupati della nostra salute e dagli organi preposti al controllo della regolare esecuzione dei lavori. Per chi ancora non lo sapesse, lo stabilimento dell’ex Burgo sarà sostituito da nuovi edifici che daranno vita al progetto In.Te, consistente in una fabbrica di energia rinnovabile ed una scuola di volo.

Prima di realizzare la nuova struttura bisognerà però bonificare il sito e demolire la costruzione esistente. La grande quantità di amianto presente nella ex cartiera spaventa molto i cittadini che, non sapendo quanto stia accadendo all’interno dello stabilimento circa le modalità di esecuzione delle operazioni di bonifica, si è rivolto agli organi competenti presentando un esposto con il quale si chiede una maggiore attenzione delle istituzioni a tutela della salute dei cittadini.
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MM
L'ingegner Merlino risponde alle domande dei cittadini con uno "sfogo" pubblicato sui giornali: "Se continua così il progetto lo andiamo a fare altrove", "Abbiamo controlli dalle autorità competenti ogni giorno", "stiamo facendo tutto secondo regola, con l'ausilio di ditte certificate. Abbiamo già rimosso l'amianto compatto e conferito il materiale in una discarica autorizzata, la Zetadi srl di Ferno di Varese, avvalendoci di un trasportatore autorizzato, l'Ecologia ambientale srl. Agiamo in piena trasparenza. Allo scalo ci sono oltre 600mila metri quadrati con l'amianto, noi siamo gli unici a preoccuparci di bonificare la zona, ce ne sia dato merito. Da quando abbiamo fatto l'istanza di demolizione sono iniziati i problemi. Non si riesce ad approdare a una certezza di comportamento. Le aziende perdono fiducia. Se continua così vado altrove, a Rosciano o Cepagatti. Spero di non essere costretto a farlo. Mercoledì presenterò il progetto completo in Comune che deve darci al più presto il permesso a demolire"
- "Andiamo quasi ogni giorno sul cantiere in sorveglianza edilizia", ribadisce il sindaco Ricci, "non mancheremo di tornare, per tranquillità di tutti".
Tutto ciò non basta a tranquillizzare i cittadini, visto che altre Burgo sono state già abbattute con l'esplosivo, nonostante la presenza del pericoloso amianto, e purtroppo solo "dopo" ci si è "accorti" che c'era ancora amianto nelle strutture.
Che Merlino sia attento all'ambiente gliene diamo atto, certo, ma noi vogliamo stare sicuri, vedere le carte, vedere quello che stanno facendo con i documenti alla mano, e non con le chiacchiere. A Roma è stato abbattuto il Velodromo dell'Eur con l'esplosivo, e ne è nato un comitato (Comitatoamiantovelodromo) per le conseguenze di questo scellerato abbattimento. L'amianto è pericoloso, va trattato e smaltito secondo tutte le regole del caso, e noi vogliamo soltanto che queste regole vengano rispettate.
Lo "sfogo" di andare a costruire da qualche altra parte, vista l'attenzione suscitata dal problema amianto, e la dichiarazione di Merlino "il Comune deve darci al più presto l'autorizzazione a demolire" non tranquillizzano certo i cittadini, vittime di questa bagarre tra grandi interessi economici. Il Sindaco sostiene che i controlli si stanno facendo: dove sono i risultati? Come fanno i cittadini a visionarli?
Se per un "accesso agli atti" ci vogliono giorni, e Merlino stesso ha dichiarato che gran parte dell'amianto "compatto" è già stato rimosso (il più pericoloso è quello friabile...), quale speranza hanno i cittadini di sapere se tutto è "in regola"?
Le leggi parlano chiaro. Quando si tratta di amianto vanno seguite determinate procedure e fatti i monitoraggi, quotidiani, sia nei luoghi di lavoro che all'esterno. Dove sono i dati? Dove sono i risultati di questi controlli?
Il Sindaco dice che stanno controllando: Chi? Come? Con quali competenze?
Vogliamo saperlo!
L'amianto è un killer silenzioso, capace di uccidere anche a 40 anni di distanza. Dobbiamo aspettare di ammalarci tutti per avere delle certezze?
Le leggi sono chiare.
Nel Decreto Ministeriale 06 settembre 1994 è specificato, nell'Allegato 1:


11) Monitoraggio ambientale
Durante l'intervento di bonifica dovrà essere garantito a carico del committente dei lavori un monitoraggio ambientale delle fibre aerodisperse nelle aree circostanti il cantiere di bonifica al fine di individuare tempestivamente un'eventuale diffusione di fibre di amianto nelle aree incontaminate.
Il monitoraggio deve essere eseguito quotidianamente dall'inizio delle operazioni di disturbo dell'amianto fino alle pulizie finali. Devono essere controllate in particolare:
- le zone incontaminate in prossimità delle barriere di confinamento;
- l'uscita del tunnel di decontaminazione o il locale incontaminato dello spogliatoio.
Campionamenti sporadici vanno effettuati all'uscita degli estrattori, all'interno dell'area di lavoro e durante la movimentazione dei rifiuti.
I risultati devono essere noti in tempo reale o, al massimo, entro le 24 ore successive.


I cittadini non vogliono impedire i lavori, ma solo stare tranquilli che la propria salute venga tutelata. Si deve agire con chiarezza e trasparenza, con disponibilità da parte degli enti e della proprietà, e non con inutili e sottili "inviti" a far presto "altrimenti andiamo da qualche altra parte..."
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MM
Come tutti i pericoli "invisibili" l'amianto suscita una gran paura in chi, per un motivo o per un altro, ha avuto contatto con questo terribile killer.
Fuori legge dal 1992, è ancora largamente presente su tutto il territorio.
Di recente se ne è parlato molto per il processo contro l'Eternit, ditta diventata famosa per la produzione di manufatti in cemento-amianto, largamente usati in passato.
Eternit è diventato sinonimo di Amianto; la classica ondulina è presente pressochè ovunque.
La trasmissione Report se ne è occupata



Purtroppo esistono ancora tanti manufatti "nascosti", difficili da trattare e da rimuovere adeguatamente, con la conseguente dispersione delle pericolose fibre.



Chieti Scalo è piena di capannoni con copertura in eternit



e di recente la ex-cartiera Burgo sta smantellando l'amianto presente.

Ma le coperture non sono l'unico pericolo. Più nocivo è l'amianto friabile, per esempio quello utilizzato nelle coibentazioni.
In alcune occasioni, nonostante la presenza di amianto, hanno "smantellato" così:


Con queste conseguenze...

e ne è nato un comitato: Comitato Amianto Velodromo
Speriamo di non dover istituire anche noi un comitato...
Altre Burgo sono andate giù così...

Non aspettiamo che succeda anche a noi....
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MM

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MM
Nonostante il brutto tempo e la pioggia molti cittadini si sono riversati in piazza e hanno partecipato al corteo organizzato da WWF, Abruzzo Social Forum e Villablocc a Chieti Scalo.
Il freddo non ha scoraggiato cittadini che vogliono difendere il proprio territorio contro chi minaccia il nostro ambiente e la nostra salute.
La situazione ambientale a Chieti, nello Scalo in particolare, è davvero critica e la popolazione è stanca di subire le conseguenze di una trascuratezza ormai consolidata nel gestire il territorio.
Case e fabbriche sono fianco a fianco e le "emergenze" dei recenti incendi hanno acuito la preoccupazione degli abitanti.
L'ordinanza comunale dell'ottobre 2008 ribadiva ancor di più la situazione di "emergenza" ambientale, vietando l'uso dei pozzi e dei terreni lungo tutta la fascia industriale di Chieti Scalo, lungo il fiume Pescara. Ordinanza sconosciuta ai più, che continuano a costruire, coltivare e sfruttare quei terreni tanto inquinati.
Allarme anche per la situazione della Burgo, che nello smantellamento sta lavorando su manufatti in amianto notoriamente pericolosi e cancerogeni.
Dove sono i controlli? Dov'è l'informazione? Come e quando verranno effettuate le dovute bonifiche?
Cittadini e associazioni locali hanno gridato a gran voce queste domande. Ora attendiamo le risposte.







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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 16-10-2009

Sabato 17 ottobre, è arrivato il gran giorno della manifestazione organizzata dal WWF, dal Comitato Locale Villabloc e da Abruzzo Social Forum, che ha per tema “BASTA RIFIUTI A CHIETI”. E’ stato prodotto un volantino che cerca di spiegare ai cittadini le motivazioni e le richieste per una città più vivibile e lontana dai pericoli legati all’inquinamento. Queste le motivazioni:

“Chieti Scalo e la Val Pescara sono state interessate da grandi incendi di impianti per il trattamento rifiuti: negli ultimi 14 mesi, in Abruzzo, ci sono stati 5 incendi di questo tipo dei quali ben 3 nella sola area di Chieti Scalo. In tutta la zona sono stati inoltre sepolti rifiuti anche tossici con conseguente inquinamento del suolo, del sottosuolo e della falda acquifera.”
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MM



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MM
Palazzine di via Amiterno: per la n.4 ordinanza di sgombero
Chieti Scalo: situazione della zona industriale
Manifestazione: Basta inquinamento da rifiuti a Chieti
Rifiuti abbandonati a Chieti Scalo
Non solo Chieti Scalo: a due passi da Megalò
Operazioni di smantellamento della ex Cartiera Burgo: i cittadini sono preoccupati!
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MM
Altre discariche, purtroppo, ci sono nella zona di Megalò... e non solo...
Nella stessa giornata nella quale siamo andati a controllare a che punto era la discarica di Cepagatti abbiamo fatto "un giretto" in strade e stradine sterrate dello scalo.
Ecco il risultato...
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MM
La discarica abusiva di rifiuti, sita nel territorio di Cepagatti ma vicinissima a Megalò, da noi segnalata più volte (ad aprile e a luglio 2009), è ancora lì...
Già nel 2008 era stata "visitata" e il video pubblicato su youtube, ma solo nel 2009 è partita, grazie a noi, una segnalazione ufficiale dal comune di Chieti.
Ormai sono passati mesi, ma la discarica è sempre lì.
Ci chiediamo cosa stanno facendo gli enti, cosa sta facendo la Provincia di Pescara, il Comune di Cepagatti, e indirettamente anche il Comune di Chieti, vista la vicinanza al nostro territorio comunale.
Tra i rifiuti ci sono fusti di chissà quale materiale, eternit, cumuli di non si sa cosa, materassi, computer, televisori... insomma di tutto...
E tutto a cielo aperto, vicino alla sponda del fiume, già terribilmente inquinato...
I giorni passano, i mesi passano... e noi aspettiamo, sperando di non ammalarci per tutte queste "schifezze" abbandonate qua e là...
Io non capisco coloro che abbandonano i rifiuti in questa maniera: ma non ce l'hanno una vita, una famiglia? Non pensano che tutto ciò può indirettamente colpire anche loro stessi? Magari agiscono e fuggono, ma l'inquinamento ambientale ricade comunque su tutti, innescandosi nella catena alimentare. Fiume, coltivazioni, terreni, mare ecc...
Ecco la situazione della discarica domenica scorsa.


Vogliamo fare qualcosa????
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MM

Scritto da Roberto Di Monte, 06-10-2009


5 ottobre 2009, Terzo incontro del Progetto "Chieti e i diritti di Partecipazione”, la Giunta Municipale incontra i cittadini della macroarea 1, Chieti Scalo centro – Amiterno, presso il Centro Sociale di via Amiterno. A differenza delle due assemblee precedenti, quella delle macroaree n.3 Tricalle-San Salvatore e n.2 San Martino-Madonna delle Piane-Villaggio Celdit, che hanno visto una modesta partecipazione da parte dei cittadini, questa volta la risposta c’è stata eccome.

Centro Sociale di via Amiterno gremito fino all’inverosimile, posti a sedere esauriti così come ogni altro spazio a disposizione. Ed è anche comprensibile, il quartiere di via Amiterno ha ben altri problemi, tanto gravi da far passare in secondo piano tutti gli altri e di questo sia gli amministratori che i cittadini stessi sono consapevoli. La politica cittadina ha risposto alla grande, grande problema = grande partecipazione. Tra gli intervenuti il Sindaco Francesco Ricci, il Senatore Giovanni Legnini, il vicesindaco Mirta Sciocchetti, gli assessori Michele Squicciarini, Carmelina Di Cosmo, Luigi Febo, Cristiano D’Intino, Aldo Mario Grifone, oltre al bravo consigliere Alessandro Marzoli ed alcuni altri consiglieri comunali sensibili alle problematiche dello Scalo, primo fra tutti Renato Di Salvatore.

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MM

Scritto da Roberto Di Monte, 04-10-2009

La ex Cartiera Burgo non smette di far parlare di se. Dopo le tristi vicende che hanno lasciato per lunghi mesi con il fiato sospeso i dipendenti e le loro famiglie, preoccupate per la possibile chiusura della fabbrica, e dopo che le preoccupazioni si sono trasformate in sgomento, rabbia ed incertezza del futuro in seguito alla chiusura definitiva dello stabilimento, adesso a preoccupare sono le operazioni di smantellamento già iniziate da qualche giorno.

Chi non è mai entrato nella fabbrica non può rendersi conto di quale potenziale bomba ecologica possa trattarsi, tante sono le sostanze chimiche utilizzate per la produzione della carta in oltre 50 anni di attività. E non può neanche rendersi conto di quale pericolo possa correre tutta la città se le operazioni di bonifica necessarie prima dello smantellamento non venissero eseguite a regola d’arte secondo le norme di legge.

La preoccupazione peggiore viene dalla grande quantità di amianto presente all’interno dello stabilimento e se qualcuno volesse permettersi di minimizzare la cosa dicendo che si tratta di eternit ancora in buono stato, allora non sa di cosa parla. A parte la grandissima quantità di eternit presente come manufatti di diverse forme, dalle classiche coperture ondulate ai serbatoi o anche a condotte per fumi ed acque presenti da oltre mezzo secolo, si trovano quintali e quintali di amianto friabile, utilizzato per la coibentazione di tubature.

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MM
L'iniziativa è del sito Comuni Virtuosi ed è un invito ad aderire alla terza edizione del Premio Comuni a 5 stelle, il cui bando scadrà il prossimo 25 ottobre.
In allegato alla lettera un documentario video “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle”, promosso dall’Associazione dei Comuni Virtuosi e realizzato da Michele Dotti e Andrea Bosi della Flatmind, per mostrare alla classe dirigente italiana quanto sia non solo possibile, ma anche conveniente e utile sperimentare progetti di buon senso a favore dell’ambiente e della qualità della vita delle comunità locali.
Per maggiori informazioni www.comunivirtuosi.org e www.decrescitafelice.it
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MM
PER NON INCENERIRE ANCHE IL NOSTRO FUTURO
CAMBIAMO ARIA
PETIZIONE NAZIONALE PER LA RIDUZIONE E IL RICICLO TOTALE DEI RIFIUTI E LA MESSA AL BANDO DEGLI INCENERITORI


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MM


Diritto alla rete
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 27-09-2009

Sembra che sia la volta buona, rivedremo i filobus a Chieti. Inaugurazione in pompa magna alle 10.00 di sabato 26 settembre a Chieti Scalo davanti alla stazione ferroviaria, alla presenza di Sindaco, Vescovo, Senatore, tanti Assessori, giornalisti e cittadini curiosi. Il primo filobus ha riportato a Chieti Alta gli uomini della politica accompagnati da un nutrito stuolo di giornalisti della tv e della carta stampata. Una seconda corsa qualche minuto più tardi per chi ha avuto pazienza di aspettare per soddisfare la propria curiosità.

Lunedì 28 ci sarà l’entrata a regime di 7 mezzi, che fino a che non arriveranno gli altri già commissionati, saranno di supporto agli attuali autobus a gasolio.

Un successo dell’amministrazione comunale che arriva dopo 17 anni dalla dismissione della vecchia rete e soprattutto dopo le 3 amministrazioni Cucullo incapaci di ridare a Chieti ciò che era stato tolto nel 1993 per “ragioni di sicurezza”.

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MM
allegria di naufragi: L'acqua è stata privatizzata
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MM
Ora è tornato al suo posto (forse dopo questo articolo?), ma...
Raccolta differenziata: raccolta vetro.

Da notare il coperchio del bidone. E' quello verde, di un bidone dell'indifferenziato, senza nessuna apertura e appena appoggiato. Forse ricicliamo anche i bidoni?
Impossibile aprirlo, in queste condizioni, a meno che non si rischi di rovesciare il coperchio "rimediato"...
Facciamo la raccolta "differenziata"?!?
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MM
Guarda il video:
http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=reality&video=30919
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MM
L'acqua di Chieti è tornata, da qualche tempo, ad essere gestita dal comune. Fornitrice è ancora l'ACA, sotto inchiesta per la questione di Bussi.
Nel frattempo a livello nazionale è passata una legge che, in teoria, obbliga le amministrazioni a privatizzare l'acqua.
Qui trovate un articolo interessante a riguardo, che dà alcuni suggerimenti su come evitare la privatizzazione. Qui invece un altro articolo, la riflessione di Padre Alex Zanotelli.
Riflettiamo anche noi, e chiediamo ai nostri amministratori di fare altrettanto.
L'acqua è un bene comune, non una merce!
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MM
Ieri sera la puntata di Presa Diretta, dedicata al Terremoto.
Grande risalto agli studi del 2001 (Rapporto Barberi, un librone enorme sulle criticità degli edifici pubblici nelle regioni sismiche) e del 2005 (Abruzzo Engineering, indici di vulnerabilità sismica degli edifici pubblici abruzzesi), commissionati, eseguiti e consegnati agli Enti, di cui si sono perse le tracce nei meandri della burocrazia.
Studi importanti, che non sono stati neanche presi in considerazione.
A Chieti ci sono stati parecchi danni conseguenti al terremoto. Sabato c'è stata una assemblea pubblica sui contributi e le agevolazioni per le riparazioni. Non so cosa si è detto perchè non ero presente. Da dove prenderanno i fondi? Non sarebbe stato meglio pensarci prima?
La stampa si era già occupata di questi studi, pubblicando anche l'elenco degli edifici "a rischio sismico" di Chieti.
Ovviamente dopo il terremoto.
La puntata di Presa Diretta ha evidenziato come di queste cose se ne parla sempre "dopo"... e di come la mancanza fondi pubblici impedisce queste ristrutturazioni.
Senza fondi, infatti, non si può fare mai niente...
E continuiamo a restare in questi edifici "a rischio", a vederli cadere a pezzi, ad aspettare (e sperare) che, prima o poi, vengano ristrutturati e "adeguati"...
Si è di recente tanto discusso del Liceo Masci, per esempio. Staticamente "Sicuro" solo se la terra non trema...
Le scuole stanno per iniziare, i nostri figli rientreranno in quegli edifici ancora in piedi, anche se alcuni lesionati. Quelli inagibili resteranno chiusi, e gli studenti quindi affolleranno le aule di altre scuole, rendendo ancora più difficile rispettare i criteri di sicurezza già sottovalutati. In alcune scuole ci saranno classi di oltre 30 alunni: mi spiegate come faranno, in caso di emergenza, a far rispettare l'ordine e la calma?
Non aspettiamo ancora che accada qualcosa prima di intervenire. La cultura è importante, ma la vita lo è di più. Vogliamo scuole sicure.
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MM
Leggo proprio ora questa notizia e rimango letteralmente esterrefatta. Cosa ancora devono subire queste povere persone?
Hanno lavorato per mesi senza stipendio, ed ora che finalmente l'hanno ottenuto dovrebbero restituirlo?
Tribunali e avvocati si stanno passando la palla, così come fanno le istituzioni. A pagare sono sempre i più deboli, quelli che devono andare per forza a lavorare, altrimenti sarebbe "interruzione di pubblico servizio", ma ci vanno senza mezzi, senza soldi e naturalmente senza nessuna voglia... Accudiscono i pazienti con amore e perseveranza, ma fino a quando potranno ancora farlo? La situazione è sempre più critica... Si parla di fallimento, si parla di trasferimenti, di debiti, di crediti...
Tutti sono solidali e nessuno fa niente. Solo gli avvocati guadagneranno da tutta questa storia, visti ricorsi e ricorsini che si stanno susseguendo.
Chi pensa ai malati? Chi pensa alle famiglie? Chi pensa alle "persone"???
Sembra tanto una storia senza fine... In questi tempi di crisi il lavoro è prezioso, ma in questo caso davvero non lo è...
Sono davvero senza parole...
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MM
Lunedì i lavori per il tunnel

Scritto da Vittorio Ramundi, 12-09-2009 14:40

Questa mattina ho appreso da un quotidiano che lunedì inizieranno i lavori per il tunnel di Largo Barbella, lavori che dalla loro proclamazione hanno fatto tanto discutere.

Ora mi chiedo, quest’opera costerà circa un milione ed ottocento mila euro e vedrà la costruzione del tunnel dal parcheggio degli autobus fino, appunto, a Largo Barbella.

Ora sappiamo tutti che nella nostra città basta scavare anche solo una piccola buca per far riaffiorare dei reperti storici.

Con lo scavo di un tunnel cosa potrebbe riaffiorare? Ma poi siamo sicuri che sono stati fatte tutte le analisi ed i controlli del caso?

Un'altra cosa. È così necessario questo tunnel?
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MM
ACCADEMIA dei TRANSUMANTI degli ABRUZZI - CHIETI

Soffi d'Abruzzo

VII Festival dei Suoni del Vento



Chieti, 12- 13 Settembre 2009



7ª Giornata della Zampogna negli Abruzzi

5° Incontro degli Zampognari d'Italia

Programma

Sabato 12 settembre



Ore 09,00 - Arrivo e raduno a Chieti Scalo - Piazza Marconi, Stazione ferroviaria.

Ore 09,30 - Cepagatti suoni zampognari a spasso.

Ore 12,00 - Cepagatti “Concertino in piazza de “La Paranzella di Pianella” e delle Bagpipes di Kilcar (Irlanda).

Ore 13,00 - Chieti Scalo (rist. VIMA) Pranzo conviviale “Incontro tra culture”.

Conversazione di Nello Sciarra:”le ance per la zampogna zoppa della valle del Mavone e dell’alta Sabina”, e… zampognate a tutto fiato.Ore 16,30 – Villareia chiesa Madonna della Pietà suoni in libertà, concertino,


con le zampogne di: Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Veneto, Lombardia, Abruzzo e le Bagpipes di Kilcar (Irlanda).

Ore 18,30 - Chieti Scalo, Piazza Marconi, Concerto “Musica Aprutina” Compagnia Abruzzese di Musica Popolare.

Ore 20,30 - Chieti Scalo Teatro parrocchiale via Avezzano:

*”Il canto a braccio”, accompagnato dalle ciaramelle dell’alta Sabina, eseguito da N. Sciarra, D. De Acutis, G. Giamogante (Lazio)

*Intermezzo zampognaro con suonatori di Campania, Molise, Calabria, Lazio Veneto, Puglia, Abruzzo, Basilicata, le Bagpipes di Kilcar (Irlanda)

*“La Paranzella di Pianella” Abruzzo

Ore 22,00 - Cena (rist. VIMA) con suoni e canti in libertà





Domenica 13 settembre



Ore 09,00 - Chieti Scalo Chiesetta di Sant’Antonio (viale Abruzzo) Conferenza di studi sui canti tradizionali del ciclo dell’anno e presentazione del libro “ Calendario Propiziatorio” vol. I°. Intervento dell’autore F. Stoppa, U. Di Gregorio, L. Torrese.

“Macedonia Mediterranea” libro con CD sulle tradizioni e gli strumenti popolari. Intervento dell’autore A. Giordano

Ore 10,30 - Chieti Note zampognare a spasso (Corso Marrucino)

Ore 13,00 - Chieti Scalo (Rist. VIMA) Pranzo conviviale, “Il futuro della zampogna” dibattito e … musica a tutto fiato

Ore 16,00 - Divertiamoci in strada ed oltre

Ore 18,00 - Musica zampognara nelle chiese dei quartieri di Chieti, con le zampogne di Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Veneto, Lombardia, Abruzzo e le Bagpipes di Kilcar (Irlanda)

Ore 20,30 - Chieti Scalo Piazza Marconi Concerto e balli con la “Compagnia Daltrocanto” (Campania)



Info: 3343980223 e-mail: zampognari@zampognari.it - Associazione: www.zampognari.it

Presidente: camillo.carapelle@tiscali.it Tel. 347.1212664
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MM
COMUNICATO STAMPA DELL'8 SETTEMBRE 2009

Conferenza dei servizi di oggi del progetto Siderferroplast. Comitato ed associazioni non sono stati fatti entrare.
Precisazione sulle dichiarazioni dell'Assessore Stati: ad oggi la procedura di assoggettabilità a VIA non è stata ancora avviata.

In queste ore si sta tenendo presso la Regione Abruzzo la conferenza dei servizi sul Progetto Siderferroplast di Chieti scalo, conferenza che da avvio all'iter valutativo e autorizzativo dell'impianto. Le associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, LIPU e Abruzzo Social Forum hanno presentato un documento, ma è stata negata la possibilità alla delegata di assistere alla Conferenza dei Servizi. La Delegata ha quindi chiesto alla Regione di mettere a verbale tale diniego. Le associazioni ricordano alla Regione Abruzzo che tali conferenze dovrebbero essere pubbliche.

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MM
COMUNICATO STAMPA DELL'8 SETTEMBRE 2009

Incendio azienda di rifiuti ad Ortucchio.
Il WWF: emesse sostanze tossiche e/o cancerogene quali benzene e stirene.
Bene l'intervento in emergenza del Comune di Ortucchio. Urgente dotare l'ARTA della reperibilità e delle strumentazioni adeguate.
Il WWF interviene sulla vicenda dell'incendio avvenuto in un'azienda di Ortucchio (AQ) che nei giorni scorsi ha interessato un deposito di rifiuti plastici provocando una nube. Secondo le prime analisi dell'ARTA, come era facile prevedere, nei fumi sono state riscontrate diverse sostanze tossiche e/o cancerogene quali benzene, stirene ed eptano. Il benzene in particolare è una sostanza cancerogena accertata (classe I dell'agenzia internazionale di ricerca sul cancro).
Si tratta del quinto incendio di aziende con grandi stoccaggi di materiale plastico in poco più di un anno in Abruzzo. Il WWF esprime una fortissima preoccupazione per il ripetersi di situazioni che pongono a grande rischio la popolazione, sia quella che abita nelle immediate vicinanze sia quella che viene interessata dai fumi e dalle ricadute. Il Comune di Ortucchio ha dimostrato di saper gestire l'emergenza provvedendo ad un'immediata evacuazione delle famiglie più esposte, al contrario di altri casi recenti avvenuti in Abruzzo come Chieti.

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MM

Sign for Report non deve chiudere. FIRMA LA PETIZIONE


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MM
Chieti-zona industriale: “La Forestale sequestra alcuni camini per assenza di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera”
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MM
i Colibrì: Vittoria WWF al Tar: perde l'integralismo dell' Assessore Febbo!
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MM
allegria di naufragi: Fermiamo Ombrina Mare!
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MM
Scritto da Roberto Di Monte, 31-08-2009

Gli studenti del Liceo Masci rientreranno nelle aule il 14 settembre prossimo. Il quando rincominceranno le lezioni è l’unico dato certo, comunicato dal Preside De Lucia nel corso dell’assemblea d’istituto tenutasi oggi, 31 agosto, nell’Aula Magna dell’Istituto (Aula Magna solo di nome, di fatto poco più grande di una comune aula scolastica).

Assemblea affollatissima, tanti studenti presenti ma anche tantissimi genitori preoccupati per le sorti dei propri figli sono intervenuti ansiosi di conoscere il futuro del Masci e dei ragazzi, ma a causa delle modeste dimensioni dell’Aula Magna che grande non è affatto, in tanti sono stati costretti a restare all’esterno, rimanendo di fatto estromessi dalla discussione in corso.

Sono stati in tanti a non aver potuto ascoltare nulla o ad aver potuto ascoltare con grande difficoltà le parole del Preside, dell’Assessore Provinciale all’edilizia scolastica Donatello Di Prinzio e dei genitori e tecnici intervenuti.

Comunque, se per il quando riprenderanno le lezioni il gioco è fatto, non si può dire altrettanto del dove il Masci riaprirà, dato che per l’edificio della storica sede di via Vernia nessuno ha mai rilasciato il necessario certificato sulla sicurezza in caso di sisma benché esista quello sulla staticità dell’edificio. Definito insicuro dopo il sisma del 6 aprile (la succursale di proprietà della curia non è a quanto pare messa meglio), dopo quattro mesi non si sa ancora nulla di certo sulle reali condizioni dello stabile.

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MM
Da poco la villa comunale è stata ristrutturata. Un restiling aspettato da anni, anche contestato da alcuni, ma comunque una "rimessa a nuovo" del parco più importante della città.
Molto curato l'aspetto estetico, ma, a giudicare dalle foto che seguono, ai cittadini non importa molto. Un po' più di rispetto per la propria città e per la pulizia ed il decoro certo non guasterebbero...
Lungo il viale:



Nei pressi del laghetto:



Nell'acqua del laghetto:






Complimenti ai fumatori....
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Please Obama, stop a new USA militar base in Italy! No army, food!