MM
Noi facciamo domande, loro non ci danno risposte.
E poi.... il silenzio.
Lo sfinimento. Questa la "tecnica" per mettere tutto e tutti a tacere, per far sì che anche i lettori dicano "ma che p.... sta storia!" quando leggono e rileggono le stesse medesime cose.
Noi siamo stanchi di scrivere, di gridare, di manifestare il nostro dissenso di fronte a quella politica che potrebbe "fare" ma che preferisce non sentire.
Troppi sono i problemi ambientali della nostra città, troppi quelli della regione, troppi quelli dell'intero paese. Ma è dal singolo che bisogna ripartire, dall'imparare il rispetto per se stessi e per il nostro prossimo. Questo forse chi "comanda" l'ha dimenticato...
Perdonatemi questa premessa, ora passo al "dunque".
Noi di chietiscalo.it ci stiamo battendo per un nostro diritto, quello alla salute. E anche quello all'informazione, ma entrambi vengono un po' messi da parte, vuoi per interessi economici, vuoi per trascuratezza, vuoi per incoscienza.
Abbiamo presentato un esposto sui lavori di smantellamento dell'amianto nella ex-Burgo, spaventati dalla comprovata pericolosità di questo materiale. Sono usciti alcuni articoli sui giornali, il Sindaco si è espresso a nostro favore. Purtroppo però mancano i fatti. Mancano le carte, mancano le risposte.
Oggi leggo sui giornali articoli che inneggiano agli accordi per il progetto In.Te., che nascerà dalle ceneri della Burgo.
Tutto bene. Tutto bene per gli operai, tutto bene per il lavoro, tutto bene per la riqualificazione. Tutto bene.
E l'amianto? E le bonifiche ambientali? Boh, chi lo sa!
Ci hanno detto che era tutto a posto, che tutto si sta facendo "a regola d'arte", ma il "piano di lavoro" non si trova, dei risultati dei controlli sulla dispersione di amianto non se ne vede l'ombra.
Nel frattempo i lavori vanno avanti, e sono tutti contenti.
Leggo, sull'articolo de Il Centro del 14/11/09:
"Le aziende disposte ad assorbire il maggior numero di lavoratori sono quelle che daranno vita alla cittadella dell'energia rinnovabile. -Stiamo parlando della cooperativa Area che recuperererà gli imballaggi di legno, plastica e ferro e carta assicurando, poi, una distribuzione differenziata - dice Marrone della Cisl - e della Tecnofin che dovrebbe produrre energia a certificazione verde con materiali di risulta."
"Ma bisogna fare in fretta. Servono, in particolare, autorizzazioni, permessi e coordinamento tra le varie attività, burocratiche e non, da portare a termine prima dell'inaugurazione del nuovo corso della vecchia cartiera".
E ancora:
"Sarà minore l'impatto ambientale del nuovo insediamento rispetto al passato considerando che prima la cartiera aveva una caldaia a gas mentre il progetto In.Te. prevede la produzione di energia a certificazione verde con materiali di risulta."
Paura.
Paura per i controlli che non si fanno o non si sanno, paura per la futura demolizione della Burgo, paura per questa famigerata "produzione di energia a certificazione verde" che mi sa tanto di inceneritore...
Paura per la trascuratezza di tutto e di tutti verso i temi ambientali, paura per questi ignobili trucchetti di mimetizzare con le energie rinnovabili l'incenerimento, che non ha nulla a che fare con l'ecologia...
Ormai chiamano "biomasse" tutte le schifezze bruciabili... Emissioni ed inquinamento non contano...
Ma bisogna "fare in fretta" per gli operai che hanno perso il lavoro, per la "riqualificazione" di un territorio già devastato da tanti punti di vista...
E' questa la riqualificazione?
Chieti Scalo ha una situazione di inquinamento ambientale a dir poco spaventosa. L'ordinanza di divieto d'uso dei pozzi e di coltivazione, le vecchie discariche interrate risalenti agli anni 60, i residui di lavorazione delle industrie sparsi qua e là sul territorio. Situazioni che aspettano le bonifiche, intralciate dalla infinita burocrazia. Ma a Chieti Scalo hanno costruito il grande Villaggio del Mediterraneo, a Chieti Scalo vogliono "riqualificare" la zona industriale, a Chieti Scalo, con il progetto PRUSST, vogliono continuare a costruire grandi insediamenti commerciali (quest'ultimo a ridosso del fiume Pescara, vicino Megalò. La richiesta di V.I.A. era già stata negata dalla Regione). Cemento, cemento ed ancora cemento su un'area già tanto martoriata...
In questi tempi di crisi, il lavoro non c'è, i soldi non ci sono, che ce ne facciamo di un altro centro commerciale se non abbiamo soldi da spenderci?
I locali del Centauro sono quasi vuoti, così come quelli della Conad della Colonnetta, quelli di Mall, e chissà quanti altri. I negozi chiudono perchè non riescono a vendere. Apriamo un altro centro commerciale?
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