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COMUNICATO STAMPA DEL 18/12/2008

Dimissioni di Bruno Catena da Presidente dell’ACA.
Il WWF: atto dovuto per una gestione disastrosa.

Nella lettera di dimissioni continua a difendere l’indifendibile.
Dal 2004 una montagna di carte, anche della stessa ACA, individuava le gravissime criticità dei pozzi Sant’Angelo.
La parola fine dall’Istituto Superiore di Sanità basato su decine di analisi ufficiali dell’ARTA.

Quando emerse in tutta la sua gravità lo scandalo dei pozzi Sant’Angelo inquinati chiedemmo le dimissioni di Bruno Catena. Non era per le vicende giudiziarie, che sarebbe intervenute successivamente, ma per la volontà del Presidente dell’Acquedotto di negare ai cittadini l’evidenza di atti che dimostravano come, fin dal 2004, gli Enti pubblici erano a conoscenza della grave situazione di inquinamento, facendo venire meno il diritto dei cittadini alla trasparenza su una questione basilare come quella della salute.
Solo grazie alla nostra azione, i cittadini hanno potuto scoprire come i pozzi inquinati erano già stati chiusi una volta nel 2005 per inquinamento; che le analisi dell’ARTA da anni presentavano valori altissimi di diverse sostanze tossiche; che si miscelava l’acqua di diversa provenienza per diluire gli inquinanti presenti; che i filtri a carbone attivo montati sui pozzi erano inefficaci e peggioravano addirittura la situazione aumentando la concentrazione del Tetracloruro di carbonio.
Catena continua a ripetere che tutto si baserebbe su un’unica analisi condotta privatamente dal WWF: in realtà, da due anni abbiamo divulgato documenti ufficiali, alcuni dei quali dell'ACA stessa, che ammettevano l’inquinamento dei pozzi. Per l’ennesima volta dobbiamo richiamare l’autorevole parere dell’Istituto Superiore di Sanità che ha dichiarato che l’acqua non era idonea al consumo umano. Chiunque può verificare come l’Istituto Superiore di Sanità abbia basato il suo parere sulle analisi ufficiali dell’ARTA che erano state prodotte negli anni precedenti. Basta voler leggere il parere dell’Istituto per verificare come esso richiami testualmente anche l’inefficacia dei filtri, cosa che si sa solo grazie alle analisi ufficiali dell’ARTA.
Si chiude ora un ciclo: i nostri amministratori hanno la possibilità di ripartire in maniera nuova, improntando la gestione dell’acqua su criteri di trasparenza, partecipazione e sostenibilità, sia ambientale che economica.

Dante Caserta
Presidente WWF Abruzzo



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