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di: Giustino Zulli

Domenica 13 febbraio, in tutto il Paese, si svolgeranno manifestazioni di donne e uomini convinti che i veri valori della nostra società non sono quelli che vengono fuori dalle squallide vicende che si consumano, oramai da troppo tempo, ad (H)ar(d)core, residenza privata del Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. Di ciò che accadeva in tante serate nel corso delle quali venivano ospitate, in cambio di denaro, ragazze disposte a tutto, si sa molto perché dalle intercettazioni che sono state disposte dalla magistratura sono venute fuori vicende che, se fossero confermate dai processi che dovranno essere fatti, ci consegneranno situazioni non degne di un paese occidentale ma di altri paesi che, per cultura , hanno i sultani che si circondano di ragazze che, chissà per quali motivi, in Italia si continuano a chiamare “escort” quando la loro più corretta definizione è quella di prostitute, puttane.

Molte associazioni, partiti, sindacati, organizzazioni di tutti i tipi, hanno deciso di promuovere manifestazioni all’insegna dello slogan “se non ora, quando?” chiarendo in termini assai precisi che, in queste manifestazioni, che hanno l’ambizione di essere inclusive e non di parte, non ci debbono stare, giustamente almeno anche a mio parere, simboli e sigle di partiti, sindacati, associazioni varie o anche colori, con riferimento a quello viola che negli ultimi tempi si è caratterizzato come colore della protesta.

A Chieti, al contrario di tutta Italia, la manifestazione è stata indetta da partiti, sindacati ed altre associazioni ed io mi chiedo a chi è venuta questa brillante idea.

Ma ci si rende conto che così facendo si fa una cosa sbagliata? O prevale sempre questa maledetta voglia di protagonismo che produrrà l’esatto contrario degli obiettivi voluti da chi, nazionalmente, ha organizzato questa giornata?

Se si aderisce ad una iniziativa proposta nazionalmente, si deve tenere conto anche delle indicazioni che i promotori danno. E se hanno detto di non volere simboli e sigle di partiti ecc .perché a Chieti si è voluto fare una cosa diversa? Siamo forse più bravi ed impegnati di chi vive in altre città?

Quando la smetteremo di farci del male da soli?

Io invito coloro che hanno stilato il comunicato a togliere la loro firma. Se non lo si farà, vuol dire che si punta ad altro, ad escludere e non a includere, e a fare, lo ripeto, dell’inutile protagonismo.


Giustino Zulli

Chieti, 08 feb. 2011


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