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Falde del Tirino a rischio industriale?
Possibile insediare e potenziare la Italfinish, un'industria che usa prodotti chimici, a Capestrano a monte delle più importanti sorgenti abruzzesi e sopra un acquifero imponente?

L'acquifero del Tirino è la più grande risorsa idrica dell'Abruzzo. Dovrebbe essere tutelato in modo strettissimo come patrimonio strategico per l'intera nazione, visto che offre acqua ad oltre mezzo milione di persone.
Alcuni giorni or sono la stampa abruzzese ha dato risalto al sequestro, compiuto dai NOE di Pescara, di parte dell'impianto ITALFINISH sito in Comune di Capestrano, appena a monte delle sorgenti di Presciano, il Lago e Capo d'Acqua del fiume Tirino. La Italfinish lavora l'alluminio, con particolare riferimento alla sua anodizzazione, utilizzando diversi composti chimici (acido solforico, nichel ecc.). Nessuno ha fatto rilevare come l'azienda sia posta in un'area estremamente vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, visto che si trova proprio sopra l'acquifero che poi alimenta le risorgive del Tirino.
Nel frattempo il prossimo 18 novembre la Regione Abruzzo, Comitato VIA, esaminerà l'istanza della Ditta Italfinish per un ulteriore ampliamento dello stabilimento e delle strutture per lo stoccaggio dei materiali utilizzati nelle lavorazioni. Nella stessa relazione presentata dalla ditta (pag.24-25), si ricorda che la stessa ha scaricato i suoi reflui (diversi mc ora) dal 2005 al 2007 direttamente sul terreno e che tale procedura ha già portato ad una contaminazione, con successiva richiesta di Messa in sicurezza del sito ex Art.242 del decreto 152/2006 relativo alle bonifiche. L'allargamento dell'impianto produrrebbe sia un aumento delle emissioni in atmosfera sia lo stoccaggio di grandi quantità di sostanze chimiche quali l'acido solforico e la soda caustica, con un prelievo di acqua tramite pozzo di circa 25000 mc/anno.
A parere dell'associazione scrivente la questione assume una rilevanza assoluta per la salvaguardia dell'acquifero del Tirino. Porre impianti di questo genere sopra l'acquifero più importante dell'Appennino centrale, a 2-3 km a monte dalle aree di risorgiva con le più importanti sorgenti abruzzesi, in un'area a fortissimo carsismo e, quindi, dall'enorme vulnerabilità per quanto riguarda possibili fenomeni di inquinamento, è del tutto inaccettabile sia per i rischi di sversamento connessi alla gestione ordinaria dell'impianto (nonostante si proponga il ricircolo dell'acqua) sia per quelli legati ad eventuali incidenti.
Per questo il WWF ha chiesto un intervento urgente a tutti gli enti coinvolti nella salvaguardia e gestione dell'acqua (ATO, Direzione Sanità, Commissario Straordinario, Comuni ecc.) per scongiurare qualsiasi pericolo per questa risorsa strategica e per procedere ad una verifica sulle autorizzazioni concesse nel passato per la parte dell'impianto già attiva, alla luce di quanto accaduto finora.
INFO: 3683188739


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1 Response
  1. @enio Says:

    più si scava e più si trovano analogie con la situazione napoletana. Grazie wwwf per quello che state facendo, almeno adesso questi bastardi che sversano sostanze nocive nei posti isolati hanno il timore di poter eseere beccati e vanno da qualche altra parte dove la gente è meno vigile...


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