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Consiglio comunale in seduta straordinaria tutto dedicato all'acqua. Deciso all'improvviso, senza un ordine del giorno prefissato, con tema unico la situazione dell'acqua a Chieti.
Il consiglio ha avuto molte difficoltà ad essere impostato, mancando quegli strumenti di solito usati per le sedute ordinarie. Dopo alcuni battibecchi si è deciso di fare “al volo” un ordine del giorno, e di procedere come da regolamento.
L'area degli spettatori era insolitamente piena, e un cittadino ha cercato anche di prendere la parola, alzando un po' la voce contro l'amministrazione tutta, che “non dà la possibilità ai cittadini di sapere con certezza cosa beviamo, quando l'acqua c'è...” Il cittadino è stato prontamente messo a tacere, perchè purtroppo nei consigli comunali i liberi cittadini non possono “avere voce”.
La tensione si poteva quasi toccare. Un altro cittadino si è sfogato con noialtri descrivendo la situazione che vive ogni giorno, con le continue interruzioni che ci sono allo scalo. Interruzioni improvvise, a tutte le ore, che rendono impossibile anche un approvvigionamento di fortuna, oltre che il normale uso quotidiano. “L'acqua va via negli orari più impensati, e quando c'è spessissimo è insufficiente. Senza pressione è impossibile lavarsi, perchè le caldaie non funzionano, e ormai da anni abbiamo le interruzioni notturne”. Lo stesso ha cercato di farsi dare il permesso di parlare, ma gli è stato negato.
Il Sindaco ha spiegato di aver fatto la “scelta politica” di non partecipare alla recente assemblea dell'ACA, perchè il nostro comune è in contrasto con le decisioni che la società ha intrapreso. Nel dibattito scaturito successivamente questo è stato contestato da molti consiglieri, perchè secondo loro il Sindaco avrebbe dovuto, proprio perchè in contrasto, partecipare e “farsi sentire” votando negativamente alle decisioni dell'ACA.
E' stato tirato in ballo l'ormai famoso Potabilizzatore di San Martino, si è parlato delle reti idriche colabrodo, degli sprechi di denaro e di risorse, del vecchio acquedotto di Chieti, e anche, grazie al Consigliere Di Gregorio, della recente legge che addirittura impone ai comuni di privatizzare l'acqua entro il 2010 (Legge Tremonti n. 133 del 6 agosto 2008).
Non sono mancati i soliti commenti degli schieramenti politici, “la colpa è della destra”, “la colpa è della sinistra”, e a tal proposito voglio sottolineare l'ultimo intervento, prima che cadesse, come al solito, il numero legale, ad ora di pranzo. Il Consigliere Supino ha infatti ribadito il concetto che è sciocco discutere tra maggioranza e opposizione perchè, come sostenuto anche da altri consiglieri nel corso della seduta, l'acqua non ha colore, e non deve avere nemmeno colori di partito. “Tutti devono farsi carico di questo problema, maggioranza e minoranza, e tutti insieme. Collaborando si devono trovare le soluzioni e non chiacchierarci addosso. Tutti noi consiglieri siamo responsabili di quello che facciamo qui dentro, e non è concepibile che sprechiamo il nostro tempo per inutili battibecchi di partito. Siamo qui per trovare le soluzioni, quelle che possiamo attuare subito.”
Supino, come Di Gregorio precedentemente, e come tanti altri consiglieri, ha ribadito il concetto che una maggiore informazione verso i cittadini è fondamentale. Di Gregorio ha proposto, dopo l'affermazione del Sindaco che le analisi dell'acqua sono facilmente reperibili sul sito dell'Arta (prima dicevano che erano sul sito dell'ACA, ora sul sito dell'Arta... ma dove saranno veramente?), che non sarebbe molto difficile “copiarle” anche nel sito comunale, per metterle più facilmente a disposizione dei cittadini.
“Le cose le dobbiamo dire ai cittadini!” ribadisce a gran voce Supino.
Ma dopo pochi minuti il consiglio cade, e restano solo le “chiacchiere”...
Nulla di fatto, quindi.
A nulla sono valse le parole di rassicurazione del Sindaco a proposito della qualità della nostra acqua, a nulla il racconto a ritroso degli avvenimenti di Bussi e delle vicende legate al procedimento della magistratura. Molti consiglieri di minoranza hanno infatti sostenuto a gran voce che è stato inutile deliberare di costituirsi parte civile quando il procedimento penale non è praticamente ancora iniziato ufficialmente, ed inutili sono le “scuse del poi”.
“L'amministrazione ha sbagliato”, dicono, “perchè i dirigenti ACA sono dello stesso vostro schieramento e voi siete responsabili come loro”.
Le reciproche accuse non sono quindi mancate, e hanno caratterizzato gran parte del consiglio stesso.
Il Sindaco ha sostenuto che le “decisioni scellerate” riguardanti il Potabilizzatore di San Martino sono antecedenti a questa giunta, ma l'opposizione non ha smesso di accusare la sinistra.
Da ogni schieramento si è evidenziata la necessità di rifare in toto le reti idriche, anche se qualcuno ha detto che sarebbe meglio concentrarsi sui serbatoi e sulla tratta che precedentemente riforniva la città di Chieti, ormai dismessa da anni.
Un consigliere dice “io l'acqua di rubinetto non la bevo”, un altro dice “io bevo sempre acqua di rubinetto”...
“L'acqua esce sporca quando torna dopo le interruzioni, ed è per queste ultime che si creano le innumerevoli perdite di questi giorni” “Sono 30 anni che non si mette mano seriamente alle reti cittadine”, “In città si creano rotture sempre negli stessi posti”.
Si è evidenziata anche la necessità di convocare un altro consiglio invitando gli enti coinvolti e responsabili, per evitare un inutile dispendio di parole, senza avere gli opportuni interlocutori.
Si parla di Catena, riconfermato di recente ai vertici dell'ACA. “Catena non è del centrosinistra”? Controbatte l'opposizione. “Quindi siete anche voi tutti responsabili!”
Il consiglio comunale era stato richiesto dal consigliere Bucci, sempre attento su questo argomento.
Purtroppo non ha avuto molta concretezza, è stato solo un “esercizio oratorio”, così come l'ha definito un altro consigliere.
Destra e sinistra continuano il rimbalzo di responsabilità, i consiglieri accusano il consiglio stesso di essere negligente, tutti parlano dello stesso argomento senza addivenire ad una soluzione pratica e concreta. Il Consiglio Comunale non sembra in grado di risolvere i problemi. Sono troppo occupati a “discutere” tra loro.
Ovviamente non sono mancati i “classici” telefonini, giornali, viavai e vociare, e le immancabili sigarette. E' stata dura rimanere fino alla fine della seduta, ma ce l'ho fatta.
Non so quanto pagherò in salute per questo, ma sono rimasta.
Volevo ascoltare quello che avrebbero detto su un argomento così importante, e sono rimasta sinceramente delusa. Come al solito, salvo rari casi di alcuni consiglieri veramente attenti al proprio lavoro, per la maggior parte del tempo l'aula era semivuota, nessuno ascoltava, nessuno cercava di ricondurre i consiglieri “sulla retta via”.
Le solite persone fumavano nei corridoi e nell'antibagno, e c'era la solita “aria pesante” che ormai contraddistingue tutte le sedute.
Ho avuto la riconferma che la legge contro il fumo è totalmente ignorata nel Comune di Chieti.
Tutti fumano liberamente, con l'unica accortezza di cercare di non farlo “allo scoperto”. Ogni tanto qualcuno fa capolino dietro la porta della sala ma... pazienza...
In una seduta precedente a questa c'è stato un consigliere che, forse sovrappensiero, si è acceso il sigaro direttamente all'interno della sala consiliare, sotto gli occhi di tutti, che o non hanno visto, o hanno fatto finta di non vedere.
Ho avuto occasione, sporadicamente, di accedere agli uffici, ed anche lì la sigaretta è un classico.
I non fumatori si arrangino.
Ho scritto al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale, ma niente.
Nel Comune di Chieti si può fumare.
Le leggi non contano.


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