MM
«Torno a scrivere sull’incendio della Seab sinceramente non per alimentare sterili polemiche ma per rassicurare la popolazione della città circa l’impegno del Comune e la competenza degli Enti preposti nel ricercare tutte quelle situazioni che potessero minimamente incidere sulla salute dei cittadini.

In tal senso mi preme rassicurare circa i valori di idrocarburi pesanti richiamati in un articolo apparso in data odierna sulla stampa locale.
Si premette che il valore di detta determinazione ricomprende più classi di sostanze (molecole con più di 12 atomi di carbonio – quali ad esempio l’acido oleico (composto fondamentale dell’olio di oliva) e, pertanto, ai fini tossicologici, detto valore ha significato solo se in presenza delle determinazioni dei prodotti più pericolosi della classe quali ad esempio i composti benzoici (benzopirene, benzoantracene e benzofluorantene).


Detti inquinanti, risultano tutti a valori notevolmente inferiori ai limiti di legge (10 mg./kg) e al disotto dei limiti di determinazione del metodo (0,005 mg/kg). In precedenza, nel referto si sarebbe scritto “assenti” essendo non rilevabile il composto con il metodo adottato.

Ma al disotto dei limiti di legge risultano anche i valori per gli idrocarburi pesanti in quanto il campione di terreno è stato prelevato in zona industriale e/o commerciale (limite di legge 750 mg./kg) e non in zona residenziale (limite 50 mg./kg) come può facilmente verificarsi inserendo le coordinate geografiche su uno qualsiasi dei modelli geografici presenti su Internet.

Tra l’altro l’area di prelievo è all’interno di quella di cui all’ordinanza sindacale n.542 del 29.10.2008 ( vedasi sito del Comune ) con cui, in seguito alla rilevazione di inquinamento delle falde, è stato interdetto l’uso di acqua a fini irrigui oltre al pascolo ed alle coltivazioni.

Per ultimo, viste anche i risultati analitici, preme far rilevare come la presenza di idrocarburi pesanti di certo non può essere imputata a fenomeni di combustione violenta quale gli incendi che, per loro natura avvengono con la rottura delle catene lunghe e produzione di composti a catena corta o di composti di natura più prettamente alifatica.

Certo che le dichiarazioni a stampa circa i pericoli paventati, sono frutto di una lettura superficiale senza la possibilità di un supporto di conoscenze tecniche altamente specializzate come quelle presenti nell’ARTA e delle altre strutture coinvolte, che ancora una volta ringrazio per la collaborazione, ritenendo di aver chiarito l’equivoco, torno a rassicurare la cittadinanza confermando quanto già in precedenti comunicati ho affermato».
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