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"Da oggi" la demolizione sarà controllata e verranno usati tutti gli accorgimenti per tutelare gli abitanti dalle polveri e dall'amianto. Queste le parole dell'Assessore De Cesare, che si è interessato, interpellato dalle associazioni e dai cittadini firmatari dell'esposto Burgo, delle problematiche relative all'impatto ambientale ed urbanistico del progetto In.Te. Progetto ancora campato in aria, visti gli innumerevoli punti interrogativi che insistono sia sulle imprese coinvolte nel progetto stesso, sia sugli impianti che saranno effettivamente realizzati sull'area. L'Accordo di programma cambia volta per volta, si modifica e si modella sulla base delle esigenze che man mano saltano fuori.
Prima esigenza quella di ricollocare i lavoratori della ex-Cartiera, che però vengono utilizzati come "scusa" per proporre impianti di dubbia utilità ed incerto impatto ambientale.
Con l'"arma" degli operai si mettono cittadini, lavoratori e ambientalisti l'uno contro l'altro, strumentalizzando la "questione Burgo" dall'una o dall'altra parte a seconda delle esigenze dei "capoccioni". Tutto è in mano ai privati, allo studio di ingegneria che propone il progetto stesso. A loro la scelta di quale tipo di insediamento proporre.
All'urbanistica il compito di verificare se verranno rispettate tutte le "regole" comunali, sempre compatibilmente con le direttive della legge regionale. Legge regionale che, tutelando i lavoratori e vincolando l'area a rimanere "produttiva", di fatto contrasta con le esigenze effettive del territorio, ormai in pieno centro urbanizzato, fortemente inquinato dai vecchi insediamenti, che certo non avrebbe bisogno di ulteriori fonti di inquinamento.
Regione contro Comune, lavoratori contro cittadini, politici che "usano" l'arma Burgo per fini elettorali. E gli abitanti della zona? E le scuole, i bambini, le famiglie che abitano nei dintorni? Loro non contano niente, a quanto pare. Le decisioni sulla loro salute e sul loro quartiere non spettano a loro. Loro possono solo stare a guardare, e sperare che veramente tutto venga fatto "in regola".
Il Comitato spontaneo nato per la paura scaturita dalla immensa quantità di amianto presente in Cartiera si è fatto portavoce di quei cittadini, nel timore che gli interessi economici potessero sovrastare la logica tutela della salute. L'amianto è un pericolo subdolo, gli effetti di una seppur minima esposizione si avvertono dopo anni dall'esposizione stessa. Quindi chi potrà risalire alla causa-effetto se qualcosa dovesse "uscire" da quel cantiere? Vista la confusione generata sul progetto i dubbi sono legittimi. I cittadini hanno allora chiesto alle autorità documentazione e controlli, per poter vedere con i propri occhi se effettivamente tutto fosse realizzato nel rispetto delle norme. Le demolizioni vanno avanti, mentre le "carte" ancora non si vedono. I controlli sollecitati dal comitato finalmente ci sono stati, sotto pressioni politiche e non effettuate sugli enti che sono per legge deputati a farlo: ASL e ARTA. Ma l'Arta non si muove se non è la ASL a richiederlo. L'Urbanistica e il Comune "non hanno titolo" di intervenire, a quanto loro stessi dicono. L'Assessore De Cesare si è comunque mosso a favore dei cittadini e ha cercato di sopperire alle mancanze burocratiche. Si è messo in prima fila nella opposizione al paventato impianto di pirolisi (incenerimento? impianto di trattamento rifiuti? Impianto di recupero energetico da biomasse? Ci siamo già espressi su questo punto...), ma questo non basta. 
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