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[wikipedia]Il giornalismo partecipativo (detto anche giornalismo collaborativo o, in inglese, citizen journalism o open source journalism) è il termine con cui si indica la nuova forma di giornalismo che vede la partecipazione attiva dei lettori, grazie alla natura interattiva dei nuovi media e alla possibilità di collaborazione tra moltitudini offerta da internet.

I gradi del giornalismo partecipativo

Le forme del giornalismo partecipativo sono variegate e si possono distinguere anche per il grado di coinvolgimento dei lettori. Steve Outing, senior editor del Poynter Institute for Media Studies, ha proposto una classificazione basata su 11 livelli di profondità. Si va dal livello più superficiale, la possibilità per gli utenti di inserire commenti agli articoli, alla sollecitazione dei racconti degli utenti su determinati argomenti, dalla consultazione durante la creazione dei contenuti ai blog ospitati o aggregati sul sito, fino ai siti interamente costruiti grazie ai contributi degli utenti, che possono essere a loro volta sottoposti a controllo editoriale o completamente liberi.

Le polemiche

In Italia sono sorte polemiche se il mondo dei siti web debba rimanere senza vincoli legislativi e soggetta solo ad una autoregolamentazione, oppure in alternativa se debbano essere applicate le norme sulla stampa.

Nell'ottobre del 2007 il governo ha presentato un disegno di legge sulla riforma dell'editoria in cui aveva stabilito per i siti l'obbligo della registrazione. La dura replica del momdo web ha portato alla precisazione da parte del sottosegretario Levi che la norma non avrebbe trovato applicazione ai blog. [5]

La disputa si è trasferita sul piano giudiziario quando il tribunale di Modica ha condannato lo storico Carlo Ruta per il reato di stampa clandestina[6]



Chietiscalo.it riceve e pubblica "articoli" di giornalismo partecipativo, senza vincoli e senza censure, fin quando tutto questo sarà ancora possibile.
Molti timori infatti stanno prendendo piede sul web, per antonomasia luogo "libero", ma di recente minacciato da decreti ed emendamenti (vedi "obbligo di rettifica" nel decreto sicurezza).
Anch'io spesso mi autocensuro e mi limito a scrivere opinioni invece che notizie. Le fonti non sono sempre "ufficiali", e non sempre verificabili, quindi è difficile districarsi tra i meandri "legali" della "libertà di stampa".
Chietiscalo.it non è una testata giornalistica, ma ci piace pensare che siamo utili a qualcosa e a qualcuno. Ci piace giocare ai giornalisti, e scrivere da blogger.
Fino a quando questo ci sarà possibile non è dato saperlo.
Vorremmo dare di più ai nostri lettori, vorremmo fare di più, ma i nostri pochi mezzi a disposizione ce lo impediscono. Comunque facciamo del nostro meglio.
Questo "sfogo" è stato dettato da un recente episodio: siamo andati come "inviati" in un luogo, portando con noi la telecamera, sperando di fare qualche intervista.
Non ci hanno accolto granchè bene: "che siete venuti a fare?" "Adesso vi presentate?"
"Siete dei giornalisti?" "scrivete questo, scrivete! (e poi ci negavano l'intervista, accollando su di noi la responsabilità di quanto avremmo scritto)".
L'articolo l'abbiamo scritto, ma è "in attesa" di essere pubblicato. A coloro che hanno criticato la nostra presenza voglio dire che se persone normali, normali cittadini, arrivano a prendersi a cuore un argomento e ad avere voglia di scriverne e di divulgarlo non è certo negativo, e non è certo criticabile.
Stiamo cercando la strada per far arrivare le dirette lamentele dei cittadini a chi dovrebbe risolverle, o quantomeno farne tesoro. Ci prendiamo la briga di fare da tramite tra chi vorrebbe parlare ma non sa a chi rivolgersi, o ha paura di farlo.
Grazie a chi ci legge, grazie a chi partecipa inviandoci i suoi articoli.
Grazie anche a chi ci chiama e ci invita a scrivere, e anche a chi ci critica, perchè dalle critiche nasce il miglioramento.
(L'articolo su chietiscalo.it)
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