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COMUNICATO STAMPA DEL 9 LUGLIO 2009

Processo al disastro ambientale delle megadiscariche tossiche di Bussi.

Oggi l'udienza preliminare ma un difetto di notifica costringe al rinvio.

Il WWF: interessati 500000 cittadini, necessario un iter processuale preferenziale perchè contestati reati gravissimi come il disastro ambientale e l'avvelenamento di acqua destinata al consumo umano.

Stamattina il sit-in di WWF e Abruzzo Social Forum davanti al tribunale.

Oggi, giorno dell'apertura del procedimento sulle megadiscariche abusive di materiale tossico di Bussi, il WWF e l'Abruzzo Social Forum hanno promosso un sit-in per chiedere giustizia su uno scandalo ambientale di portata europea. Purtroppo la prima udienza si è conclusa con un rinvio al 29 ottobre per un difetto di notifica e perchè un indagato si è avvalso del decreto “terremoto” che prevede lo slittamento di alcune cause per i cittadini residenti nei comuni colpiti dal sisma.
Ricordiamo che sono circa mezzo milione le tonnellate di rifiuti tossici accumulate in diversi siti (due principali) lungo i fiumi Pescara e Tirino in provincia di Pescara, nei pressi del sito chimico di Bussi.
Tale accumulo di sostanze pericolose e tossiche, alcune delle quali classificate quali cancerogene e/ possibili cancerogene per l'uomo, ha portato all'inquinamento della falda profonda anche a profondità di 100 metri. Alcune di queste sostanze, come l'esacloroetano e il tetracloruro di carbonio, hanno contaminato anche i pozzi S. Angelo, destinati alla produzione di acqua potabile e situati a circa 2 km a valle del sito chimico. Queste aree e quelle ancora più a valle lungo la vallata del Pescara sono state perimetrate nel 2008 da un Decreto del Ministero dell'Ambiente quali Sito di Bonifiche nazionale al pari di Priolo e Marghera.
Dichiara Camilla Crisante, presidente del WWF Abruzzo “La nostra presenza oggi con decine di persone davanti al Tribunale di Pescara è la testimonianza dell'interesse dei cittadini ad ottenere giustizia in uno scandalo di proporzioni continentali. In questo processo la Procura contesta reati gravissimi quali il disastro ambientale e, caso unico in Europa per quantità di cittadini coinvolti, l'avvelenamento di acque destinate al consumo umano. Il WWF e i movimenti hanno dimostrato con la propria azione il fallimento dei sistemi di controllo e hanno ottenuto la chiusura di pozzi inquinati da decenni e per i quali gli enti pubblici, pur sapendo, non sono intervenuti, tenendo la popolazione all'oscuro della contaminazione. In considerazione dell'interesse generale di questo processo per centinaia di migliaia di cittadini, anche per gli eventuali risarcimenti dei danni ambientali, che si profilano dell'ordine di centinaia di milioni di euro, è del tutto evidente che deve essere assicurato un iter preferenziale al percorso giudiziario. Il rinvio di stamattina di oltre 3 mesi al 29 ottobre dell'udienza preliminare per un banale difetto di notifica non va nella direzione che si aspettano i cittadini. Rivolgiamo pertanto un appello al Presidente del Tribunale di Pescara affinchè questo processo sia trattato in maniera particolare, assicurando tutte le risorse necessarie per garantire un rapido svolgimento delle udienze con un calendario certo. Noi continueremo a vigilare affinchè sia fatta giustizia”.

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