MM
Ieri c'è stata l'assemblea pubblica del WWF relativa all'incendio SEAB di Chieti Scalo.
Repetita juvant... come l'anno scorso di nuovo a sentire che a Chieti manca una gestione corretta delle emergenze, che le analisi fatte non sono state abbastanza accurate per tranquillizzare i cittadini, che sarebbe molto più logica una delocalizzazione degli impianti industriali, specie quelli speciali, visto che ormai zona industriale e case di abitazione sono un tutt'uno.
Grande la partecipazione. I teatini si svegliano quando succedono queste "emergenze". Tutti arrabbiati e preoccupati, per un incendio che non è il primo, ma ben il terzo in un anno. Si è parlato di diossine, di benzene, di idrocarburi policiclici aromatici ecc... Tutti nomi che fanno paura, e che abbiamo respirato con la nube sprigionatasi dal fuoco.
Di nuovo coinvolta una azienda di smaltimento rifiuti.
Pochi i rappresentanti del Comune presenti. Soltanto l'Assessore Bassam El Zohbi, che non manca mai in queste occasioni, e Giustino Angeloni, consulente del Comune per la certificazione ambientale.
A spiegare passo passo l'accaduto i rappresentanti del WWF teatino e regionale, insieme all'Abruzzo Social Forum.
Il WWF ha dato una descrizione dettagliata ed esaustiva di come si sono svolti i fatti, e ha paragonato l'accaduto con analoghi incendi in altre parti d'Italia (Es. incendio De Longhi), dove l'emergenza è stata più accuratamente affrontata.
Qui, nella nostra tranquilla Chieti, sembra che tutto ci scivoli addosso, e Renato Di Nicola, dell'Abruzzo Social Forum, ha esortato i cittadini "arrabbiati" a riprendere in mano la città e ad imparare a farci sentire, a gran voce, quando qualcosa non va. "Dobbiamo far sì che le istituzioni diano concretezza a ciò che dicono, e per far questo dobbiamo essere noi a vigilare e a protestare all'occorrenza". WWF e Abruzzo Social Forum si attivano, da volontari, da cittadini, contro molte cosiddette "emergenze" e da sempre combattono per le questioni ambientali (vedi centro oli, acqua, traforo del Gran Sasso, ecc.).
Come l'anno scorso De Sanctis ha esposto le possibili conseguenze dell'incendio, con la inevitabile ricaduta degli inquinanti, e ha ribadito la necessità di più attenzione e di maggiori controlli. Come l'anno scorso si è sottolineata la mancanza di centraline per l'analisi dell'aria, promesse dall'amministrazione ma mai attivate.
Come l'anno scorso si è ripetuto che l'Arta non ha i mezzi per effettuare le dovute analisi. Laboratori esterni hanno provveduto a sostituirsi, ma, per quanto riguarda i vegetali, per esempio, sono stati solo 4 i campioni esaminati, certamente insufficienti per una valutazione approfondita.
Non è stata istituita una unità di crisi, non sono stati allertati i cittadini, non si sono mossi per tempo tutti gli enti coinvolti. Tutti pronti a "rassicurare" i cittadini, ma con scarse prove alla mano. I presenti hanno fatto gran chiasso quando ha parlato il Sig. Angeloni, ribadendo la disapprovazione per una macchina comunale che si è mossa a rilento e con molte lacune. Nonostante Angeloni abbia ribadito che "tutto è stato fatto secondo legge", la protesta ha ad un certo punto alzato i toni, poi smorzatisi lievemente quando ha preso la parola El Zohbi, che si è offerto di collaborare con le associazioni per una comune partecipazione.
Queste le richieste del WWF e dell'Abruzzo Social Forum:
- effettuare analisi sul sangue su campioni di cittadini per capire l'esposizione ai diversi inquinanti (diossine; PCB; benzene ecc.), attraverso un piano di monitoraggio che tenga conto del differente grado di esposizione alle ricadute (campionando cittadini a diversa distanza ecc.);
- procedere all'individuazione delle aree di ricaduta non solo attraverso modelli matematici, comunque utili, ma anche attraverso l'uso delle foto satellitari disponibili durante l'evento (il WWF ha messo in contatto l'ARTA con enti esperti in tal senso):
- analizzare la presenza nel terreno e sui vegetali dei diversi inquinanti a varie distanze dal sito e nelle diverse direzioni, anche per valutare il “fondo” già presente dei diversi inquinanti;
- verificare le autorizzazioni in possesso della SEAB e degli altri impianti presenti a Chieti Scalo, attivando eventualmente anche procedure di revoca per via amministrativa in caso di inadempienze;
- verificare lo stato di attuazione dell'Ordinanza Comunale del 2008 che perimetra tutta l'area di Chieti Scalo quale area a rischio ambientale in cui dovevano essere effettuate tutta una serie di iniziative volte alla caratterizzazione e alla tutela dei cittadini, con divieti e prescrizioni per l'uso dell'ambiente;
- attivare immediatamente un sistema di monitoraggio in continuo della qualità dell'aria in Val Pescara;
- disporre l'immediata reperibilità per i tecnici dell'ARTA;
- dotare l'ARTA di tutta la strumentazione necessaria per intervenire secondo le procedure standard internazionali in caso di incidente nonchè della strumentazione per l'analisi delle diossine affinchè non ci si debba rivolgere più a laboratori esterni (l'università di Siena è stata segnalata dal WWF l'anno scorso a tal proposito);
- attivare procedure amministrative per capire le responsabilità di singoli funzionari dei vari enti per la la mancata attivazione di quanto previsto dalle normative in materia di protezione civile procedendo alla loro sostituzione.
Lunedì prossimo ci sarà un consiglio comunale sull'incendio SEAB. Forse sarebbe ora che i cittadini partecipassero ai consigli comunali, e vedessero con i loro occhi chi ci governa e come.
Share/Save/Bookmark
Questo blog non è una testata giornalistica in quanto aggiornato senza periodicità. Non può considerarsi quindi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
Alcune foto, prese dal Web, sono ritenute di dominio pubblico; i proprietari contrari alla pubblicazione sono pregati di segnalarcelo.

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
Please Obama, stop a new USA militar base in Italy! No army, food!